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ANCHE LA GILDA NELLO SCIOPERO DEL 26 MARZO

Lo sciopero della scuola proclamato dalla Gilda per il 29 marzo confluira' in quello indetto dai sindacati confederali per il 26 marzo. Lo rende noto lo stesso sindacato che, tuttavia, ritiene sbaglia...

11/03/2004
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Lo sciopero della scuola proclamato dalla Gilda per il 29 marzo confluira' in quello indetto dai sindacati confederali per il 26 marzo. Lo rende noto lo stesso sindacato che, tuttavia, ritiene sbagliata la scelta di Cgil, Cisl e Uil di mescolare le sorti dei docenti nel calderone della protesta piu' generale contro la riforma delle pensioni.
Ancora una volta - afferma il coordinatore nazionale della Gilda Alessandro Ameli - la scuola perde nella scala delle priorita' dei Confederali; lo sciopero del 26 marzo ne annulla i problemi (riforma, tagli di organico, assunzioni mancate, rinnovo contrattuale, problema dei precari) e mescola le sorti dei docenti nel calderone della protesta piu' generale, ancorche' legittima, contro la riforma delle pensioni.
Hanno evidentemente vinto - constata Ameli - le logiche politiche sugli interessi della scuola reale, sottoposta come non mai, in questa fase storica, ad attacchi di proporzioni inaccettabili. La decisione dei confederali di abbinare la giornata di protesta specifica per la scuola, a quella piu' generale sui temi economici e previdenziali, e' il frutto di una strategia sbagliata, che ancora una volta sottovaluta i gravi problemi della scuola. Dovevano, al contrario, essere chiamate - aggiunge il sindacalista - le altre categorie di lavoratori oggi su un fronte solidale in difesa della scuola dello stato che si sta tentando di smantellare''.
La Gilda si e' impegnata a non rompere il fronte sindacale e a muoversi unitariamente nella protesta e rispettera' dunque l'impegno assunto, ma ''non puo' non sottolineare come ancora una volta se si vorra' salvare la scuola italiana i docenti dovranno arrangiarsi da soli''. Quanto alle dichiarazioni del ministro Moratti su un presunto consenso del 53% degli italiani alla sua riforma, secondo la Gilda - ''conferma quanto e' sotto gli occhi di tutti: si tratta di una riforma non condivisa che spacca il Paese in due, una scelta carica di gravi responsabilita' storiche. Siamo convinti che chi esprime, oggi, un giudizio positivo su questa riforma non la conosce''.


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