Alunno asino, il prof va a ripetizione
I docenti delle scuole in cui i risultati dei test di valutazione siano stati meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo saranno assoggettati alla frequenza di corsi di formazione obbligatori
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di Carlo Forte
I docenti delle scuole in cui i risultati dei test di valutazione siano stati meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo saranno assoggettati alla frequenza di corsi di formazione obbligatori. Lo prevede l'articolo 14 del decreto legge sulla scuola varato ieri dal governo. Per finanziare la formazione coatta l'esecutivo ha stanziato 10 milioni di euro. Che si aggiungeranno agli eventuali finanziamenti collegati a programmi europei e internazionali. Le modalità organizzative dei corsi di formazione saranno definiti con un decreto che sarà emenato dal ministero dell'istruzione. E potranno svolgersi anche attraverso convenzioni con le università statali e non statali, da individuare nel rispetto dei principi di concorrenza e trasparenza. Le attività formative saranno finalizzate al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze di ciascun alunno, necessario per aumentare l'attesa di successo formativo, in particolare nelle regioni dove i risultati delle valutazioni sugli apprendimenti effettuate dall'Invalsi, anche in relazione alle rilevazioni Ocse Pisa, risultano inferiori alla media nazionale. Oppure al potenziamento delle competenze nelle aree ad alto rischio socio-educativo e a forte concentrazione di immigrati; all'aumento delle capacità nella gestione e programmazione dei sistemi scolastici; all'aumento delle competenze relativamente ai processi di digitalizzazione e di innovazione tecnologica. E infine, all'aumento delle competenze dei docenti degli istituzioni scolastiche impegnate nei percorsi di alternanza scuola-lavoro.