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«Altro che teatrino delle cifre. I precari questione morale»

Colloquio con Fulvio Esposito, rettore di Camerino

25/07/2011
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l'Unità

La valutazione «va bene, ma poi se uno merita devi poterlo assumere». «Rischiamo di perdere una generazione e di restare fuori dalla ripresa»

 

Qualche responsabilità se le cose stanno così ce l’avranno anche i rettori. C’è voluto un po’ di tempo. Ma il malcontento venato di autocritica sembra cominciare a farsi largo anche tra di loro. «Quello che è mancato da parte dei rettori in questa fase storica è stato far sentire la loro voce forte al paese piuttosto che privilegiare una interlocuzione limitata ai corridoi del ministero», osserva, senza troppi giri di parole, il rettore dell’università di Camerino, Fulvio Esposito: «Senza ricerca questo paese è condannato al sottosviluppo, se costringiamo i nostri talenti migliori ad andare all’estero o a fare altro, quando ci sarà la ripresa, saremo tagliati fuori. E non è con il teatrino della parolina un po’ più dura o della parolina un po’ più morbida che si cambiano le cose». L’università – dice Esposito – in questo momento dovrebbe essere l’oggetto di un discorso alla nazione da parte dei rettori. «Poi il ministro si siede in prima fila e ascolta anche lei». Una delle parole chiave di questo discorso – spiega il rettore di Camerino – dovrebbe essere «questione morale»: «Non ho paura di usare questa espressione. Alcuni dicono: se il paese è così, perché l’università dovrebbe essere meglio? Io penso che proprio perché siamo l’università dovremmo dimostrare che un altro paese è possibile. Forse non siamo stati peggiori della media. Ma non siamo stati nemmeno la Città del Sole che dovremmo essere». La più grande questione morale che l’università deve affrontare in questo momento? Il precariato. «Ben vengano i meccanismi di valutazione, perché il rapporto di discepolo- maestro è un retaggio del passato. Però a un ricercatore che ho sperimentato e ho visto che vale non posso dirgli: sei stato bravo, si vedrà. Il precariato a vita è immorale. Tutte le università in questo momento stanno impiegando percentuali molto vicine al 100% per pagare gli stipendi di chi è già dentro. Io capisco la riluttanza a impiegare risorse in un sistema che non funziona come dovrebbe ma non si può tagliare di netto una intera generazione». L’altra parola-chiave è la meno frequentata: «Noi siamo fuori dal dibattito europeo sulla ricerca e sull’università». Prendiamo l’abilitazione: «Rischiamo di perdere tempo a reinventare la ruota, se stiamo mesi a cercare soluzioni che in Europa si sono trovate già. Il criterio di valutazione che va bene per i chimici non va bene per gli architetti o per i filosofi, sento dire. Ma in Europa questo è già stato superato: ci sono quattro livelli – dottorando, ricercatore, associato, ordinario – e per ciascuno sono stati individuati dei profili. Ma se neppure si va sul sito dell’Unione europea.. ». Quello che bisogna ridisegnare sono le priorità: «Io credo che mettere un po’ di soldi sul futuro dei giovani talenti migliori dovrebbe essere una priorità per il paese. Sarà semplicistico,ma forse basterebbe un po’ di lotta all’evasione per trovare le risorse». Il finanziamento della ricerca - osserva Esposito - è un «dovere pubblico». In Italia la realtà è un’altra: «Noi rettori le risorse ormai dobbiamo andarcele a cercare e l’esito varia molto da territorio a territorio». L’ultima parola riguarda i processi di partecipazione. «È un errore non coinvolgere studenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo nelle scelte che riguardano l’ateneo», osserva Esposito, a proposito delle contestazioni che ci sono in molte università sugli statuti. Lui – assicura – nel suo ateneo ha cercato di fare così («Il rettore da noi lo votano anche 60 studenti su 400 votanti»). Ma - ammette - la questione è più generale. E «forme adeguate per garantire la partecipazione non le abbiamo ancora trovate». Obiezione: tutto giusto, la nazione può anche condividere, è il governo piuttosto che non ci sente. «Sì ma il governo ha sempre un problema: il consenso».

 

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