FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3930827
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Alternanza scuola lavoro, indietro tutta?

Alternanza scuola lavoro, indietro tutta?

di Fabrizio Dacrema

25/03/2016
Decrease text size Increase text size
ScuolaOggi

L’alternanza scuola lavoro continua ad incontrare resistenze, a volte inaspettate e, forse, inconsapevoli. Non stupisce l’opposizione dei settori del mondo della scuola che disprezzano la cultura del lavoro perché rimasti ancorati a una visione gerarchica dei saperi e che non accetteranno mai la pari dignità tra sapere originato dal lavoro e quello scolastico.

Per chi la pensa in questo modo – e non sono pochi purtroppo – l’alternanza scuola lavoro significa solo degrado culturale o, nel migliore di casi, inutile perdita di tempo.

Stupisce, invece, che uno dei quattro quesiti referendari presentati per abrogare gli errori più gravi della legge 107 sia dedicato all’alternanza scuola lavoro nell’intento di ricondurla dentro i limiti tracciati dalle norme Moratti. Se il quesito referendario venisse approvato, infatti, le esperienze di alternanza tornerebbero a essere facoltative e aggiuntive al curricolo ordinario.

Con l’introduzione dell’obbligo le esperienze di alternanza diventano parte integrante dei curricoli di tutti gli studenti riconoscendo così che nella scuola della Repubblica fondata sul lavoro la cultura del lavoro è parte essenziale del bagaglio dei saperi da assicurare a ogni cittadino.

Un passo avanti decisivo per far uscire la scuola italiana dal perdurante imprinting elitario e classista che ritiene autentica esclusivamente la cultura disinteressata.

Già nel 2002 Bruno Trentin, nel discorso per la laurea honoris causa attribuitagli dall’Università di Venezia, individuava i “rapporti trasparenti fra gli istituti scolastici e universitari ed il sistema delle imprese nella salvaguardia delle rispettive autonomie” e la diffusione sistematica “della pratica degli stages” come scelte prioritarie per ridurre la disoccupazione giovanile e per far diventare il rapporto fra lavoro e conoscenza il motore di un nuovo sviluppo basato sulla qualità e creatività del lavoro.

L’introduzione dell’alternanza obbligatoria permette di recuperare un ritardo, già allora giudicato intollerabile da Trentin, che frena l’innovazione nella scuola e nel sistema produttivo italiani. Fino a oggi le esperienze di alternanza hanno coinvolto una minoranza di studenti (poco più del 10%), ora può e deve diventare per tutti una metodologia didattica che, integrando le competenze apprese nella scuola e nel contesto lavorativo, migliora e arricchisce gli esiti educativi e le transizioni tra scuola e lavoro.

Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, il balzo in avanti rischia di trasformarsi in un salto nel buio, ma tornare indietro sarebbe la scelta peggiore.

Come in ogni relazione il rischio della subalternità non deve essere mai sottovalutato, anche se appare francamente esagerata l’avversione di minoranze vetero-ideologiche che intravvedono in ogni forma di rapporto con il mondo del lavoro lo spettro dell’aziendalismo, quasi fossimo di fronte a legioni di imprenditori avidi di piegare le scuole ai loro bassi interessi a breve. La realtà è un'altra, prevalgono largamente le aziende del tutto disinteressate a interagire con le istituzioni formative e questo è uno dei limiti strutturali più evidenti del nostro sistema produttivo che contribuisce a spiegare le sue tendenze al declino.

Proprio per questo le proposte di CGIL CISL UIL per rinnovare la contrattazione individuano nell’alternanza scuola lavoro uno dei fattori per valorizzare il lavoro e per riposizionare il sistema produttivo sulle filiere alte dello sviluppo. Alcuni esempi molto avanzati di alternanza e di apprendistato (Enel e Ducati) sono infatti il frutto di accordi sindacali.

Anche le 32 associazioni dell’alleanza “La scuola che cambia il Paese” nel documento di proposte successivo all’approvazione della legge 107 non chiedono di cancellare l’obbligo all’alternanza perché ritengono che lo “sviluppo del rapporto scuola lavoro contribuisce a rendere più inclusivo il sistema formativo italiano, a potenziare il bagaglio di competenze necessarie ai giovani per il lavoro e la cittadinanza”. Si preoccupano invece di rivendicare nei confronti del governo “una strategia per la crescita della capacità formativa delle imprese”, cioè dei requisiti delle imprese chiamate co-progettare con le scuole. Questo è il principale problema, visto che la responsabilità educativa rimane saldamente nelle mani delle scuole ma, senza interlocutori aziendali adeguati, i rischi di dequalificazione dei percorsi aumentano.

Il governo, invece di dedicarsi al trionfalismo degli annunci, deve rafforzare il dialogo sociale, pilastro essenziale in tutte le esperienze europee dello sviluppo dei rapporti scuola lavoro. Occorre certamente gradualità attuativa – la guida operativa del Ministero non manca di prudenza – ma, soprattutto, occorre un piano operativo condiviso con le parti sociali che tenga conto delle specificità del sistema produttivo italiano in gran parte costituito da piccole imprese.

Agli studenti in alternanza devono essere assicurati contesti lavorativi dotati, anche nell’ambito dei poli tecnico-professionali o di altre reti territoriali, di tutor aziendali con competenze professionali ed educative adeguate, di spazi attrezzati per la formazione, di strumenti e attrezzature didattiche.

Sono questi i principali obiettivi alla base della richiesta dei sindacati confederali di una cabina di regia nazionale per la promozione del rapporto tra istruzione, formazione e lavoro in cui siano rappresentati il Governo, le Regioni e le Parti Sociali. La proposta ha trovato consenso, non si deve perdere altro tempo. Altrimenti prevarranno i professionisti dell’indietro tutta.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL