Alternanza con il lavoro promossa con riserva
Nel corso dell'anno passato le denunce contro le situazioni paradossali nate con l'obbligo di Alternanza scuola lavoro introdotto dalla Buona Scuola in tutte le superiori, licei compresi, non sono mancate
Salvo Intravaia
Falsi progetti svolti senza in realtà mai uscire dalla propria classe, studenti "sfruttati" al posto della manodopera e costretti a recarsi in azienda anche durante le vacanze di Natale, alunni spediti a fare esperienza in ambiti professionali lontanissimi dalle loro inclinazioni, come i ragazzi di un Classico sardo finiti in una raffineria. Nel corso dell'anno passato le denunce contro le situazioni paradossali nate con l'obbligo di Alternanza scuola lavoro introdotto dalla Buona Scuola in tutte le superiori, licei compresi, non sono mancate. Eppure, anche se tutti sembrano d'accordo sul fatto che il meccanismo ha bisogno di una messa a punto, il primo anno di novità introdotta dal governo per avvicinare il mondo dell'istruzione a quello dei mestieri, sembra essere tutto sommato positivo, rappresentando una delle note liete della riforma.
I miglioramenti sono necessari anche perché a settembre il numero di ragazzi interessati aumenterà: saranno un milione e oltre, coinvolgendo i giovani del terzo e del quarto anno di tutti gli indirizzi, costringendo le scuole a raddoppiare gli sforzi in termini di contatti con enti e imprese e a moltiplicare i protocolli di intesa per avviare le attività. Nel 2017/2018 l'esperienza andrà poi a regime: si raggiungerà quota un milione e mezzo di studenti, quelli del secondo biennio e dell'ultimo anno della secondaria superiore. Per i liceali sono previste almeno 200 ore di esperienza sul campo – aziende, imprese, ma non solo – da realizzare nell'ultimo triennio di scuola. Nei tecnici e negli istituti professionali, dove la vocazione alle professioni è più marcata, le ore da passare in Alternanza diventano almeno 400.