Allarme povertà educativa in Italia: il 48% dei minori non legge, maglia nera a Sicilia e Campania
Da un rapporto di Save the Children,
Da un rapporto di Save the Children, secondo quanto riferito da TGcom24, emerge che in un anno quasi un bambino su due non ha letto un libro extrascolastico. Al Sud scarsa e inadeguata lʼofferta di servizi per i più piccoli
Sicilia e Campania si aggiudicano il triste primato di regioni italiane con la maggiore "povertà educativa", ossia dove è più scarsa e inadeguata l'offerta di servizi e opportunità che consentano ai minori di far fiorire capacità e aspirazioni.
È quanto emerge dal rapporto di Save the Children, "Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?".
È drammatica, in quanto a sapere e conoscenza, la situazione dell'infanzia italiana fotografata nell'ultimo rapporto di Save the Children e dal relativo Indice di povertà educativa regionale: la Sicilia e la Campania detengono il triste primato delle regioni italiane con la maggiore "povertà educativa", quelle in cui è più scarsa e inadeguata l'offerta di servizi e opportunità educative e formative che consentano ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni.
Al secondo posto della classifica in negativo, Calabria e Puglia.
Fanno da contraltare Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, le aree più ricche di offerta formativa ed extracurriculare per i minori.
L'analisi conferma la stretta correlazione tra povertà materiale ed educativa: sono 1.045.000 i bambini che vivono in povertà assoluta e si concentrano, appunto, in regioni come la Calabria o la Sicilia.
In Italia il 48% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro, se non quelli scolastici, nell'anno 2015, il 69% non ha visitato un sito archeologico e il 55% un museo, il 46% non ha svolto alcuna attività sportiva.
Se nel Sud e nelle Isole la privazione culturale e ricreativa è più marcata, arrivando all'84% della Campania, nelle regioni del Nord riguarda quasi la metà dei minori considerati.
Solo nelle province di Trento e Bolzano si scende al di sotto di questa soglia (rispettivamente 49% e 41%).