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Aiuto, gli Studenti non sanno scrivere. E il Corso fa boom

Aiuto, gli Studenti non sanno scrivere. E il Corso fa boom l'iniziativa dell'Università Giulia Gentile Un foglio bianco e una penna. O la schermata di un computer aperta su "wor...

07/09/2004
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Aiuto, gli Studenti non sanno scrivere. E il Corso fa boom

l'iniziativa dell'Università

Giulia Gentile

Un foglio bianco e una penna. O la schermata di un computer aperta su "word". Riempire gli spazi di parole esprimendo pensieri e punti di vista sembra un gioco semplice, ma non lo è. O per lo meno così sembrano dimostrare gli oltre duecento ragazzi che, nel giro di pochi giorni, hanno aderito al primo laboratorio di scrittura organizzato dall'Università di Bologna come corso propedeutico alle lezioni ordinarie.
Il corso ha aperto i battenti ieri pomeriggio, con l'obiettivo di fornire l'"abc" per la stesura di un testo scritto. E la ragione per cui tanti ragazzi, appena usciti dagli istituti superiori o anche prossimi alla laurea, si blocchino davanti alla composizione di un saggio breve o di una tesina resta, a parere del docente di Didattica dell'italiano al dipartimento di Italianistica Fabrizio Frasnedi, "un grave mistero".
"A parte certe scuole di qualità eccelsa, gli studenti arrivano ad iscriversi all'università con una preparazione manualistica non digerita e poca lettura" spiega Frasnedi, che insieme al direttore del dipartimento di Italianistica, Gian Mario Anselmi, dirige il laboratorio. "Parlando, molti ragazzi hanno le idee chiare - prosegue - ma quando poi si trovano a dover mettere giù le loro parole con la penna, la cosa è diversa".
A parere di Anselmi un po' di colpa l'università, per come è organizzata nel nostro Paese, ce l'ha. "Rispetto ad altri, il nostro sistema presuppone poche prove scritte - riflette - privilegiando quelle orali. Oltre a questo resta comunque certo il fatto che, fra i giovani, meno si legge e meno si sa scrivere".
L'iniziativa era stata ideata, in un primo momento, per le matricole iscritte a Lettere e Filosofia. Ma, visto il successo, alla fine il laboratorio è rimasto aperto a tutti gli interessati, e a trovarsi sui banchi di via Zamboni ieri pomeriggio sono stati in numero maggiore i laureandi, gli insegnanti e i ricercatori (139, per la precisione), rispetto agli iscritti al primo anno (una settantina). Dei duecentonove aspiranti "scrittori", una ventina provengono da altre facoltà (Architettura, Economia, Giurisprudenza, Ingegneria e Scienze politiche), mentre sono trenta i già laureati (fra insegnanti di scuole medie e superiori, e ricercatori) che hanno colto la palla al balzo per trarre qualche spunto di didattica dell'italiano e, perché no, per un "ripassone generale" delle strutture primarie del discorso. Divisi in classi di circa venti persone, gli studenti lavoreranno su testualità, coerenza e fluidità dei componimenti fino a fine settembre, attraverso la lettura e l'analisi di saggi o articoli di giornale, e soprattutto con esercitazioni pratiche che prevedono anche, alla fine, la temuta correzione reciproca in aula.
Alla fine di queste tre settimane trascorse a sudare e sbuffare sulle antiche e famigerate "virtutes locutionis", se gli iscritti sapranno dimostrare di avere recuperato le strutture grammaticali, magari ci si potrà concedere amche qualche svolazzo stilistico.
"Se gli ultimi giorni ci sarà spazio per fare un po' di scrittura creativa, perchè no?!", commenta Anselmi. Anche perchè, conclude Frasnedi, "qualunque scrittura, anche la più rigida e vincolata, deve poter avere qualche forma di personalità".


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