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Affari Italiani (quotidiano on line): Maturità/ Gara a eliminazione, altro che pro forma

l’esame sarà anche una semplice formalità, ma è anche l’ultimo giro di una gara ad eliminazione

16/07/2006
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Il recupero degli anni scolastici, oltre a non essere agevole, incide anche sui bilanci delle famiglie. Gli istituti privati specializzati in questo tipo di servizi arrivano a chiedere anche più di 1500 euro per la preparazione all’esame da privatista. Recuperare due o tre classi può risultare molto costoso: anche 5 mila euro. Inoltre, questi candidati esterni non hanno molte speranze di essere poi promossi, visto che dovranno superare in una scuola pubblica una prova di idoneità alla classe successiva. In questi casi, la percentuale dei respinti è molto alta.

Insomma, l’esame sarà anche una semplice formalità, ma è anche l’ultimo giro di una gara ad eliminazione in cui ciò che conta è arrivare in fondo. E così, come in certi Gran Premi automobilistici in cui le macchine che tagliano il traguardo si contano sulla punta delle dita e illustri sconosciuti raggiungono un podio insperato, potrà anche capitare che qualcuno colga un piazzamento che va al di là dei suoi meriti. Ma bisogna valutare l’andamento dell’intera competizione, senza limitarsi agli ultimi km. E’ questo il senso della riforma Berlinguer, introdotta alla fine degli anni ’90, che ha posto fine al criticatissimo modello precedente. All’epoca dell’esame “lotteria”,con le due materie scelte una dal candidato e una dalla commissione, "il fattore C" contava troppo.

Il problema centrale, oggi, non è cambiare ancora una volta la maturità, ma limitare la dispersione scolastica, che il ministro Fioroni ha definito “ la madre di tutte le battaglie”,nella relazione alla Commissione Istruzione e Cultura della Camera del 29 giugno scorso “Oggi il nostro problema è quello di quel 25% di 14-18enni che alle superiori ci è andato, ma poi le ha abbandonate o ne è stato espulso”, ha detto il ministro.

Si discuta pure sulla necessità di una maggiore o minore severità nella valutazione, sulla qualità della formazione e sull’opportunità di ripristinare, come vorrebbe il ministro, la presenza di commissari esterni alla maturità.
Ma converrà anche chiedersi perché la scuola di oggi si lasci scappare una quota così rilevante di giovani, soprattutto negli istituti professionali e tecnici. Questi scuole costituiscono il 60% dell’istruzione superiore e sono i naturali interlocutori del mondo del lavoro.

Altrimenti, il rischio di dare “ premi alla carriera”ai sopravvissuti, anziché valutazioni di merito, diventerà sempre più frequente. E il discutibile principio darwiniano della “selezione naturale”, decisamente antieconomico per le casse dello Stato e poco funzionale alle prospettive di rilancio del paese, avrà la meglio su ogni altro tipo di considerazione suggerita sia dai “lassisti” che dagli “intransigenti”.

Matteo Ganino


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