Accanto alla maestra un prof di religione a scuola 10 mila posti per laureati in teologia
Accordo ministero-Cei. Dal 2017 l’insegnamento possibile solo a chi ha frequentato un master universitario
SALVO INTRAVAIA
ROMA
— Fra pochi anni, per insegnare religione alle elementari occorrerà la laurea. Ieri mattina, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e il presidente della Cei Angelo Bagnasco hanno firmato due intese che modificano completamente il quarto punto dell’accordo tra Stato e Chiesa sull’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. La novità riguarda i titoli che occorre possedere per questa disciplina. La nuova intesa, ha spiegato Profumo, prevede che per accedere all’insegnamento della religione cattolica in ogni ordine e grado di scuola si debba essere in possesso dei titoli
accademici di baccalaureato, licenza o dottorato in teologia o in altre discipline ecclesiastiche oppure che si sia conseguita una laurea magistrale in scienze religiose
secondo il nuovo ordinamento.
Una novità che cambia poco o nulla nella scuola media e superiore, dove è già previsto un titolo di livello universitario, ma che
nelle scuole dell’infanzia e primarie rischia di estromettere per sempre dall’insegnamento della religione le tante maestre che oltre a questa insegnano anche altre
discipline. Il decreto numero 751 del 1985 stabiliva, infatti, che «nella scuola materna ed elementare l’insegnamento della religione cattolica può essere impartito dagli insegnanti del circolo didattico che abbiano frequentato nel corso degli studi secondari superiori l’insegnamento della religione cattolica, o comunque siano riconosciuti idonei dall’ordinario diocesano». E sono 18.915 le maestre che in virtù di questo dettato insegnano ai bambini religione, oltre che a leggere, a scrivere e a far di conto. Ma dal 2017 questo non sarà più possibile. In futuro, spiega Profumo, «verrà richiesto il conseguimento di un apposito master universitario di secondo livello in scienze religiose». Per il cardinale Bagnasco, l’intesa «migliorerà il Concordato del 1984 all’interno del processo di Bologna» sull’omologazione dei titoli accademici in base ai parametri Ue. Ma, con tutta probabilità, creerà ampi spazi agli specialisti di religione: quelli che insegnano soltanto questa disciplina per effetto del titolo e della certificazione di idoneità rilasciata dall’ordinario diocesano. Saranno disposte, infatti, le quasi 19 mila maestre che insegnano anche religione a sobbarcarsi il master, in genere biennale, di cui parla Profumo? Se non lo facessero, per le maestre over 50 in questione cambierebbe poco: essendo insegnanti statali, le due ore settimanali all’elementare e le sessanta ore annue alla materna attualmente impartite verrebbero assegnate ad uno specialista gradito alla curia e a loro, al massimo, sarebbero assegnate ore in più per coprire l’orario di cattedra. Ma l’operazione aprirebbe le porte a un numero di specialisti di religione variabile fra le 10 e le 20 mila unità