Viaemilianet: Scuola, la rabbia dei precari
Il 26 marzo si chiudono le iscrizioni alle scuole superiori. E se famiglie e studenti di terza media faticano a raccapezzarsi nella riforma Gelmini, i suoi effetti sono ben noti, ahi loro, ai docenti precari. In migliaia, nel modenese, rischiano il posto.
Il 26 marzo si chiudono le iscrizioni e per le scuole, gli istituti professionali in particolare, dove la decisione sull'indirizzo da scegliere va presa già al primo anno e non dopo il triennio come nel caso di istituti tecnici e licei, urge fare chiarezza. Una riforma, quella voluta dal ministro Gelmini, attesa da decenni ma che presenta diverse problematiche, a cominciare dalla tempistica dell'informazione. Tra una settimana, infatti, le famiglie dovranno aver deciso e, nel caso degli istituti professionali, scelto anche l'indirizzo. Le scuole medie stanno distribuendo in questi giorni i moduli informativi e l'ufficio scolastico provinciale è pronto a fornire qualsiasi informazione. Dai 5 settori e 27 indirizzi di partenza, la riforma ha ridotto le voci a 2 settori (servizi e industria e artigianato) e 6 indirizzi. Che per il Corni, tanto per fare un esempio, si traduce nella conferma di tutte le qualifiche esistenti ma nella loro confluenza in tre nuovi ordinamenti: servizi socio sanitari-odontotecnico, manutenzione e assistenza e produzioni industriali e artigianali industria. Un caso a sé stante è quello dell'ormai ex istituto d'arte Venturi che, con la riforma, avrà una doppia anima: da un lato liceo artistico e dall'altro istituto professionale.
Oggi la protesta dei precari
Lavorano nella scuola da 10, 15 anni. Precari da sempre, costretti ogni agosto a ripartire da zero con un nuovo contratto, spesso in un nuovo istituto, con nuovi studenti. Sono ancora giovani e preparati, hanno formato generazioni di giovani modenesi. E adesso lo Stato italiano sta per sbarazzarsi di loro come inutile zavorra, pesi di cui liberarsi in nome degli equilibri di bilancio. Arrivederci e grazie, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, più di 130mila in Italia tra docenti e personale Ata, migliaia anche a Modena. Effetto della Riforma Gelmini, che riduce le ore e le materie di insegnamento e aumenta il numero di alunni per classe. Lo scorso anno è toccato a materne, elementari e medie, stavolta la scure si abbatte sui docenti precari delle superiori. In molti, oggi pomeriggio, hanno protestato davanti all'Ufficio scolastico di Modena, l'ex Provveditorato, chiamati a raccolta dal coordinamento autonomo degli insegnanti precari. Un'iniziativa cui hanno aderito anche Cgil, Cisl e Gilda. Forti anche le critiche al dirigente scolastico provinciale, Gino Malaguti, che adducendo precedenti impegni istituzionali non ha incontrato i manifestanti.
Cgil: alle scuole mancano 19 milioni
Massimo Mezzetti, candidato di Sinistra Ecologica e Libertà – Idee Verdi e presidente della commissione regionale Scuola, si unisce alla protesta dei precari della scuola che anche a Modena, nel pomeriggio, si daranno appuntamento davanti al Provveditorato agli studi. “Le bozze dei regolamenti per il riordino degli istituti superiori sono state pubblicate solo tre giorni prima della data di inizio delle iscrizioni – afferma Mezzetti -. E ciò impedisce alle scuole – prosegue – di elaborare un nuovo piano dell'offerta formativa, secondo i tempi e le procedure previste. La scuola – conclude il candidato di Sel -viene ulteriormente svilita da una legge che prevede solo tagli, mentre continuano i finanziamenti alle scuole private”. Sempre sull'argomento interviene anche il sindacato scuola della Cgil che parteciperà alla manifestazione di protesta, che si terrà sabato prossimo, 20 marzo, alle 10.30 in centro, indetta dal coordinamento Consigli d'Istituito e dal Comitati genitori dal titolo:”Non voglio che la mia scuola vada a rotoli”. Le scuole modenesi aspettano ancora dal Ministero competente 19 milioni di euro, conclude la Flc/Cigl.