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Università di Bologna. Medicina, retromarcia sugli esami "Il voto si potrà rifiutare"

Disposizione generale dell'Università di Bologna adottata in modo netto dal preside Sergio Stefoni per rendere più produttivo e selettivo il corso di studi, ma dopo "contatti intercorsi con il rettore" si decide di tornare "alle consuetudini consolidate". Gli iscritti avevano protestato contro la modalità che prevedeva di convalidare in ogni caso l'esito del test: "Così ci penalizzano"

09/04/2012
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l'Unità

Fermi tutti, retromarcia. Il voto agli esami di Medicina, all'Università di Bologna, si potranno rifiutare se lo studente non lo riterrà idoneo alla propria preparazione. Dopo l'articolo di Repubblica, in cui si raccontava come un gruppo di studenti stesse protestando contro questa modalità di valutazione, il preside della Facoltà di Medicina dell'Alma Mater, Sergio Stefoni, scrive in una nota che grazie a "contatti intercorsi con il rettore e il prorettore alla didattica" è emerso come vi sia stata "una incompresione da riferire alle modalità informatiche di registrazione della prova d'esame", e come gli studenti, d'ora in poi, "possano continuare a usufruire di consuetudini e modalità ormai consolidate". Questo si dice in uno stringato comunicato. Dunque lo studente che si presenterà a un esame potrà, se lo vuole, rifiutare il voto attribuitogli dal docente e ripresentarsi a un successivo appello.

La norma contestata. In una comunicazione agli studenti Stefoni scriveva: "Vi segnalo che non deve essere consentito agli esaminandi di rifiutare il voto una volta che sia stato attribuito dal docente". Cosa accadeva, dunque? Che o lo studente, a metà del colloquio, si ritirava temendo un brutto voto, col rischio di aver sottostimato la sua preparazione, oppure si doveva accontentare, senza possibilità di appello, del giudizio espresso dal docente al termine dell'interrogazione. Ma che fare se l'esame era scritto? Di fatto, quasi nessuna possibilità di impedire che il voto finisse direttamente sul libretto.

La ratio. Il senso di questa disposizione della Facoltà di Medicina stava, come spiegava Stefoni, nell'intenzione di rendere più veloce e produttivo il corso di studi, in considerazione del fatto che gli atenei misurano la loro efficienza - e dunque i finanziamenti - sulla percentuale di allievi che si laureano nei tempi previsti. Chi rifiuta più volte il voto e si ripresenta agli appelli successivi di fatto rallenta tutto l'iter.

Le conseguenze. Una modalità che però non è indolore, specialmente a Medicina. Gli studenti del gruppo Prometeo hanno protestato lamentando che un voto basso si ripercuote sulla media e mette a rischio la possibilità di entrare nella Scuola di specializzazione post laurea desiderata. Ora, col passo indietro dell'ateneo e del corso di laurea, questo rischio pare scongiurato.

Gli studenti. Quello che è accaduto all'Università di Bologna è "inammissibile ed è necessaria la massima attenzione, in primis quella del ministro Profumo", attacca Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari. "Lo studente ha il dovere di prepararsi ogni volta al meglio per affrontare l'esame ma deve aver il diritto di poterne rifiutare il voto nel caso in cui non ritenesse il voto finale aderente al proprio livello di preparazione. Siamo felici si sia ritirato un provvedimento che più che una 'responsabilizzazione per gli studenti' sembrava una deresponsabilizzazione dei docenti".


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