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Unità-Scuola, Bologna dice no al tutor della Moratti

La Cgil: nessun collegio dei docenti ha nominato la figura-chiave della riforma. Materne, oggi vertice dalla Stellacci Scuola, Bologna dice no al tutor della Moratti Andrea Le Pera "B...

21/09/2004
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l'Unità

La Cgil: nessun collegio dei docenti ha nominato la figura-chiave della riforma. Materne, oggi vertice dalla Stellacci

Scuola, Bologna dice no al tutor della Moratti

Andrea Le Pera

"Bologna ha bocciato il tutor". A parlare è la Cgil scuola, secondo cui ad anno scolastico ormai avviato, in tutta la provincia bolognese nessun istituto ha nominato l'insegnante-coordinatore, che è uno dei punti cardine della riforma scolastica voluta dal ministro Moratti. Il tutor dunque rimane una figura che esiste solo sulla carta, non solo a Bologna ma nel 90% delle scuole dell'Emilia-Romagna, come conferma Claudio Cattini, segretario regionale della Cgil scuola: "Meno del 10% delle scuole lo ha fatto. Un numero talmente basso da essere insignificante". Ovvero, non più di uno o due istituti per ogni provincia.
A livello nazionale circa l'80% delle scuole si sono opposte al tutor. In Emilia-Romagna "il dato è più o meno quello -stima Cattini - anzi forse un po' più alto, dunque il 90%". Ed è facile capire perché, secondo la Cgil, dato che la figura del tutor è priva di uno status sindacale. Nel mondo della scuola si rimane infatti in attesa che una trattativa ne definisca status e retribuzione, ma secondo la Cgil un aspetto appare ormai chiaro: "La nostra scuola dice no a questa figura sostiene Nara Orsi, segretaria bolognese per il settore scolastico - e la conferma è che nessun collegio dei docenti del territorio ha dato indicazioni al direttore per indirizzare la scelta". La legge prevede infatti che siano i rappresentanti degli insegnanti a suggerire il tutor al preside. "E se un direttore particolarmente entusiasta della riforma volesse nominare da solo il tutor, il nostro ricorso sarebbe inevitabile". Quello che non piace ai rappresentanti degli insegnanti è il ruolo predominante che la nuova figura verrebbe a coprire, con un rapporto privilegiato con gli studenti che ricorderebbe il vecchio maestro unico del passato. "C'è un rifiuto culturale di fronte al tentativo di introdurre una gerarchia interna tra gli insegnanti - dice Carlo Braga, del sindacato Gilda - una visione che nasce già superata. Una ventina di scuole si sono rivolte a noi per sapere come comportarsi, ed esiste già un tavolo con le altre sigle sindacali per risolvere i contenziosi che dovremmo affrontare". Eppure ancora ieri il direttore dell'Ufficio scolastico regionale Lucrezia Stellacci, pur senza smentire i dati dalla Cgil, ha ribadito che la nomina del tutor è "un dovere inderogabile".
Ieri intanto l'assessore provinciale all'Istruzione, Paolo Rebaudengo, ha annunciato che a Bologna dovrebbero arrivare circa la metà dei 30-40 insegnanti delle scuole materne chiesti al ministero per l'Emilia-Romagna. Stamattina negli uffici della Stellacci si discuterà di come ripartire le nuove risorse. "Ai comuni della provincia - concorda Rebaudengo - ne occorrerebbero almeno 15 solo per dare risposta alle situazioni più drammatiche. Se le cose non andranno così, siamo già pronti a tornare a protestare a Roma".


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