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Unità/Roma:Se l’esame è di Stato falcidiati i privatisti

Pensavano di fare l’esame nelle paritarie e hanno pagato le quote ma l’Alta Corte ha dato ragione al ministero

15/07/2007
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l'Unità

La lotta al diploma facile miete le prime vittime. Lo dicono i quadri di quelli che avrebbero voluto fare l’esame in noti istituti paritari romani e che invece si sono ritrovati davanti a una commissione di scuola pubblica, perché in esubero in base alla norma che fissa il tetto dei privatisti al 50 % per commissione. Al paritario Kennedy la quota era stata superata e i candidati, trasferiti anche al liceo scientifico Avogadro, ieri hanno avuto il responso.
su 34 solo 11 si sono maturati: tutti con 60, il minimo, tranne un 65. Per gli interni, invece, su 5 sezioni, dieci 100 e 2 respinti. Nei prossimi giorni usciranno i quadri degli altri licei pubblici, ancora alle prese con gli orali dei privatisti, tra mille proble-
mi amministrativi. Molti di questi, pur sapendo che anche con il massimo dei voti all’orale non raggiungerebbero 60, si stanno presentando comunque davanti alle commissioni: si prevede che i ricorsi fioccheranno. Ultimo a finire sarà il classico Montale dove i privatisti oggetto del trasferimento sono andati alla sessione speciale malati di luglio. Il vicepreside, che come tutti gli altri dirigenti nella stessa condizione, se li è ritrovati a scuola la mattina del secondo scritto, non se l’è sentita di aprire le porte a ragazzi senza fascicoli scolastici e che avevano fatto la prima prova in paritaria. «Esaminate le domande dei privatisti - racconta Vito Conteduca - ne abbiamo respinte 22 su 34 perché non erano in regola alla voce "residenza" o "esami preliminari". Agli altri 12 abbiamo consentito di fare la terza prova ma solo in 8 si sono presentati. Poi il Ministero ci ha detto che dovevamo esaminarli tutti così i 22 "rifiutati", hanno sostenuto gli esami alla sessione malati». In tutto sono 300 i privatisti dirottati dalle paritarie romane a istituti pubblici. Stando a quanto dicono tre privatisti finiti al classico Manara, nessuno gli aveva comunicato le direttive ministeriali relative al tetto e la loro assegnazione a una scuola pubblica dove sarebbero finiti se le paritarie avessero perso il ricorso contro il Ministero. Così hanno pagato regolarmente la quota d’esame pari, nel loro caso, a 2500 euro. Su di loro la spada di Damocle di un esame sostenuto "con riserva" per le difficoltà di valutare fascicoli arrivati all’ultimo minuto nonostante i presidi dei licei, come confermano il dirigenti del Manara e dell’Avogadro, già ad aprile li avessero chiesti. «Dal Kennedy mi hanno detto che c’era una sospensiva del Tar che li autorizzava a procedere fino a sentenza di Corte Costituzionale e non mi hanno dato i fascicoli ad aprile - dice il preside Giuliano Ligabue dell’Avogadro». In base alla sospensiva, dunque, le paritarie hanno attuato le normali procedure pre-maturità compresa, a quanto dicono i privatisti del Manara, la riscossione delle quote. Poi la Corte Costituzionale,ha dato ragione al Ministero. Mentre i promossi pensano a cosa fare il prossimo anno, sono in atto i ricorsi di alcune paritarie e il Ministero valuta i documenti d’esame: una matassa piena di nodi legali e amministrativi tutta da sciogliere.


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