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Unità/Roma: Mano nella mano insieme alle maestre

Un movimento grande e spontaneo si è organizzato nelle scuole, in rete, nei municipi e nella città

03/10/2008
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l'Unità

di Camilla Furia Corsi

UNA LAVAGNA, per quanto luminosa e affascinante possa essere, non può risolvere i problemi: dagli estintori scaduti al cornicione che si sbriciola e c’è solo una transenna a segnalare il pericolo di un crollo imminente. Siamo alle solite, invece di fornire più ri-
sorse per il tempo pieno o anche solo per carta igienica e sapone, il Ministero e le sua Maria Stella tentano di spostare l'attenzione su dettagli insignificanti come il grembiule di marca, il voto in condotta e adesso si parla anche del rimedio miracoloso: la fatidica lavagna luminosa, che al danno sembra aggiungere solo la beffa. Dettagli fuorvianti che animano le proteste di genitori, insegnanti e bambini davanti al Ministero della Pubblica Istruzione in Viale Trastevere. Ci sono le scuole "della Linea 8", il tram dell'Atac che crea contiguità fra le scuole del Centro, il Ghetto, Trastevere e Monteverde. Ci sono tutte le elementari della zona, la Regina Margherita, la Trento e Trieste, la Cadlolo, qualcuno arriva dalla Palombella del Pantheon e altri un po' più da lontano: dalla Cesana e addirittura dal Casilino. C'è Paola del Gups, il Comitato di genitori uniti per difendere la scuola, che dichiara: «Ciascuna scuola produce i propri comitati spontanei ma il Gups si coordina e cresce in rete. Il nostro percorso parte dalle assemblee del Municipio XVI della scuola Cesana, di lì nasce un movimento. Abbiamo esportato questo tipo di aggregazione anche nel I municipio. Le scuole tutte insieme in questi giorni sono una fucina inesauribile di attività, laboratori, dibattiti e sensibilizzazione, vista la scarsa informazione che abbiamo dai mezzi d'informazione.
Si discute soprattutto del taglio drastico della Finanziaria a una scuola che, secondo l'Ocse, è fra le migliori del mondo, con un quinto posto per la funzionalità del segmento che parte dalla materna fino alla quarta elementare. Le riforme - continua Paola - dovrebbero passare attraverso la concertazione fra tutti i soggetti interessati, bisognerebbe coinvolgere in primis maestri, genitori e alunni. Bisogna impedire che la scuola sia svuotata di risorse e contenuti. Il nuovo Governo si riempie la bocca di parole legate a presunti valori da tutelare come famiglia ma una famiglia non permetterebbe di impoverire l'organo preposto all'educazione dei propri figli. Abbiamo sentito che la Gelmini ha chiesto la fiducia, ma in democrazia una riforma scolastica non può passare per decreto». Un vero e proprio movimento spontaneo d'anime e di coscienze, che nasce dal territorio e vede mamme, numerosissimi anche i papà, stanchi e preoccupati, un movimento per difendere ciò che di buono nella scuola già c'è e il tanto che le si vuole togliere. Anche i bambini sono venuti numerosi a far sentire la loro voce e si divertono ad intonare slogan e canzoncine dalla rima tagliente: «Gelmini incompetente, della scuola non ti importa niente» oppure «Più maestre, meno grembiuli». Simone e Thomas della scuola elementare Regina Margherita con il permesso della loro preside e accompagnati dalle mamme, cantano, sventolano gli striscioni con compagni e genitori, hanno due ore per dire al mondo che ci sono anche loro.
Alcuni genitori non vogliono coinvolgere i figli in problemi che devono risolvere gli adulti. Ma la scuola di chi è? Per chi è fatta se non per loro? Giovanna dei Gups ieri mattina presto alle 8.30 ha portato i suoi figli, Elia di 7 anni e Luca di 5, a prender parte al sit-in del No-Gelmini day e aggiunge: «Se cominciamo a rendere i nostri bambini fin da piccoli consapevoli, tireremo su individui liberi. Se li proteggiamo sotto una campana di vetro andremo contro i loro stessi bisogni. Il mondo in qui vivono è questo, non ce ne è un altro, e sta a noi genitori e ai maestri prepararli ad affrontarlo. I bambini che ho visto qua oggi erano in festa, i miei figli e i loro compagni erano felici di dire la loro sulla loro scuola». Le lavagne costano ma il lavoro di una brava maestra non ha prezzo.


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