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Unità/Roma: Luiss, il rettore: no alla proiezione di Nazirock

Egidi: «Non c’è contraddittorio adeguato con l’esponente di Forza nuova». Gli studenti: «L’ateneo non deve chiudersi»

03/06/2008
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l'Unità

di Luciana Cimino

Continua a far discutere "Nazirock", il film inchiesta di Claudio Lazzaro sulla destra estrema italiana. Stavolta è la Luiss a non volerne ospitare la proiezione, proposta dalle associazioni degli studenti assieme a un dibattito a cui avrebbe dovuto partecipare l’esponente di Forza Nuova Roberto Fiore. Troppo squilibrata, per l’università privata, l’iniziativa così concepita. «E in questo periodo poi, con quello che è successo alla Sapienza, a che pro attirare scontri?», si chiede il rettore Massimo Egidi. Ma gli studenti non ci stanno e scrivono una lettera aperta in cui accusano l’università di avere «la tendenza a chiudersi in se stessa», perdendo così «l’occasione di contribuire al dibattito pubblico». «Il senso della nostra iniziativa – spiega Giulia Innocenti, rappresentante degli studenti di Economia – era proprio quello di dare una risposta liberale agli estremisti e denunciare le violenze di entrambe le parti, voleva essere un incontro "senza colore" proprio per evidenziare l’apartiticità della Luiss, che è il suo punto di forza». Secondo la studentessa il problema sarebbe stato proprio il film di Lazzaro: «I cinema si sono rifiutati di proiettarlo per paura delle minacce di Forza Nuova, così come la nostra università ha agito per paura ma alle proiezioni che ci sono state nei giorni scorsi alla Garbatella e al Pigneto la gente è accorsa in massa, questo vuol dire che l’argomento interessa, perché gli studenti della Luiss non lo possono vedere? Perché l’università in un momento come questo vuole stare così lontana dalla società?». «Noi avevamo proposto un’alternativa - risponde Egidi – un dibattito con 5/6 politici di diverse opinioni, senza il film, che servisse a stemperare il clima cittadino». E si difende dall’accusa di imporre «il silenzio e l’indifferenza» ai suoi iscritti. «Non credo che siamo meno liberali se teniamo un atteggiamento più cauto; abbiamo incontrato israeliani e palestinesi che volevano discutere e non scontrarsi, non c’è motivo di blindare l’università per un’incontro concepito senza contraddittorio». La Luiss inoltre fa notare come questo sia «periodo pre esami» e quindi non sia «auspicabile turbare la tranquillità degli studenti». Le associazioni che avevano organizzato l’incontro, però insistono perché il rettore torni sulle sue decisioni. «Questa lettera aperta è il nostro ultimo tentativo per restituire all’università il suo ruolo pubblico nella vita sociale, culturale e politica del paese. Se mancherà tale assunzione di responsabilità, non avremo altra scelta che proseguire il nostro percorso fuori». In altre parole, l’iniziativa si farà lo stesso ma di là dalle mura di via Romania. E questo, per i firmatari della lettera, «aggraverebbe lo svilimento che investe l’istituzione universitaria e negherebbe le dovute garanzie agli studenti». «Sarò il primo a essere contento se l’iniziativa fuori avrà successo e non attirerà problemi», è il commento laconico di Egidi.
In serata arriva anche il commento alla vicenda dell’autore del film-inchiesta “Nazirock”, Claudio Lazzaro: «Mi sembra un segnale allarmante. I libri e i film dovrebbero entrare liberamente nelle università, essere letti, visti e criticati».


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