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Unità-Riforma Moratti, la Regione Toscana fa ricorso alla Corte Costituzionale

Incostituzionale. Perché invadente su una materia la cui competenza è ripartita, dalla nuovo titolo V della Costituzione, fra Stato e Regioni. È con questa motivazione che, prima in Italia, la Regione Toscana ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la sperimentazione della riforma delle scuole medie superiori

29/03/2006
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l'Unità

SPERIMENTAZIONE SCUOLA SUPERIORE

Riforma Moratti, la Regione Toscana fa ricorso alla Corte Costituzionale

Incostituzionale. Perché invadente su una materia la cui competenza è ripartita, dalla nuovo titolo V della Costituzione, fra Stato e Regioni. È con questa motivazione che, prima in Italia, la Regione Toscana ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la sperimentazione della riforma delle scuole medie superiori. «Una riforma - spiega l’assessore all’istruzione della Regione Toscana Gianfranco Simoncini - non solo voluta dal ministro Letizia Moratti ma riproposta a fine gennaio a iscrizioni già chiuse e a dispetto degli accordi presi in sede di Conferenza Stato- Regioni». Contestualmente a quello alla Consulta, la Regione presieduta da Claudio Martini notificherà nei prossimi giorni anche un ricorso al Tar per ottenere la sospensione del provvedimento.
«La Toscana - spiega ancora Simoncini - è stata la prima regione a discplinare, con una propria legge, le competenze che le derivano dal nuovo Titolo V della Costituzione che, espressamente, affida alle Regioni il compito di programmazione della rete scolastica. Con il suo provvedimento il ministero viene meno a questo principio costituzionale, invadendo il campo della Regione e intervenendo, oltretutto, dopo il completamento della programmazione della rete scolastica che, in Toscana, è avvenuta con il pieno coinvolgimento delle autonomie scolastiche e delle istituzioni locali».
Dopo aver motivato in tutte le sedi la contrarietà all’anticipo, in via sperimentale, dei nuovi percorsi liceali previsti dalla riforma Moratti destinati a entrare a regime nell’anno scolastico 2007-2008, la Regione ha deciso di impugnare anche sul piano legale un provvedimento che, se attuato già dal prossimo anno scolastico, «rischierebbe solo di alimentare confusione e disorientamento nelle scuole, nei ragazzi e nelle famiglie».
Francesco Sangermano


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