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Unità:Messina, i quiz migliori? Fatti tutti nella stessa aula...

Università: tra i 10 test con punteggi top, 9 ottenuti in quella numero 3. Tra i primi 20 ben 17 nella stanza «magica»

17/09/2007
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l'Unità

di Manuela Modica / Messina

GLI STUDENTI più preparati d’Italia? Tutti a Messina, e tutti in un’aula. Tra i primi dieci studenti che realizzano la vertiginosa media di 71,18 infatti, 9 sono tutti
nell’aula 3. Ma non basta. Sfogliando ancora i nomi dei primi 20 si scopre che ben 17 di loro svolgevano l’esame nella stessa aula, sempre la numero 3. Se si allarga lo sguardo di indagine sui primi 100 invece sono due le aule che registrano il miglior risultato: tra i primi 100 arrivati al test d’accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Messina, 35 hanno svolto l’esame nell’aula 3 e 22 nell’aula 4. Ancora un’«anomalia statistica», dunque, usando le parole con cui proprio il ministro Mussi si era riferito - il giorno stesso dell’esplosione della quizzopoli universitaria - ai risultati top a livello nazionale registrati proprio a Messina nelle prove d’ammissione.
Gli aspiranti medici regalano perciò un primato talmente insolito da gettare ancora una volta l’Ateneo dello Stretto nello scandalo. E talmente sospetto da aprire una nuova inchiesta. È lo stesso titolare del ministero dell’Università e della Ricerca a sollecitare la Procura messinese: «Invierò gli atti alla procura di Messina perché indaghi». E la sollecitazione del ministro viene raccolta: giovedì infatti la Guardia di Finanza ha sequestrato gli atti del concorso 2007 dell’ateneo siciliano. Un faldone che va ad aggiungersi agli atti del concorso 2005 che la polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, su ordine del pm Antonino Nastasi, aveva già sequestrato il 7 settembre. Un fascicolo che era nato dall’esposto presentato in Procura da uno studente che all’epoca non riuscì a passare gli esami di ammissione alla facoltà a numero chiuso di Medicina, ma che a rilevò delle «anomalie» nelle procedure di selezione.
Ma già in passato la Procura aveva indagato sugli esami di accesso alla facoltà di Medicina dello Stretto: nel 2004 otto persone, tra professori, personale amministrativo, studenti e ‘mediatori’ esterni, venivano indagate proprio a proposito degli esami di ammissione. Si trattava di un filone di indagine del maxi procedimento «Panta Rei», il processo sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta all’Università messinese. L’ennesima anomalia non giova senz’altro al prestigio dell’ateneo siciliano, già compromesso da numerose inchieste, di cui l’ultima poco più di un mese fa, che aveva portato all’arresto di cinque persone, e alla sospensione del Rettore Franco Tomasello, preside di Medicina per diversi anni, tra gli indagati.
E mentre il professore Emanuele Scribano, preside della Facoltà di Medicina, difende le procedure di selezione della Facoltà - «Le procedure sono affidate esclusivamente al Muir, le sedi universitarie non sviluppano alcun ruolo attivo nella selezione. La sola sede dove, in astratto, può avvenire una fuga di notizie è il Ministero» - una lettera anonima, pervenuta alla Camera del Lavoro messinese, aveva già denunciato delle incongruenze avvenute durante lo svolgimento dell’esame: «In alcune aule sembra che sia stato consentito di iniziare la prova con ben 30 minuti di anticipo rispetto all’orario ufficiale».


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