FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3786723
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Unità-Le invasioni barbariche

Unità-Le invasioni barbariche

Le invasioni barbariche Dopo tante parole e tanti ultimatum sulla devolution penso occorra, anche qui, un'operazione-verità. La verità è che la riforma votata in prima lettura in Senato no...

12/07/2004
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Le invasioni barbariche

Dopo tante parole e tanti ultimatum sulla devolution penso occorra, anche qui, un'operazione-verità. La verità è che la riforma votata in prima lettura in Senato non è federalismo ma l'altra faccia speculare del centralismo (che ha fatto fiasco). Entrambi spezzano il filo della solidarietà, dividono il Paese, trasformano lo Stato in un grande supermercato
Un centro commerciale in cui ognuno acquista quel che può permettersi, tanto o poco che sia. Entrambi hanno la stessa idea di governo: il comando. Che sia regionale o centrale poco importa.
In discussione c'è lo Stato: qual è il sistema migliore per coniugare efficienza e capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini. L'obiettivo è fare una riforma utile non già agli interessi elettorali di un partito ma al Paese. E non si tratta semplicemente di ridistribuire il potere in una gara tra istituzioni a chi decide di più, ma di costruire un nuovo equilibrio tra istituzioni che non sostituisca un centralismo (romano) all'altro (regionale).
In questo ha ragione il sindaco di Roma Walter Veltroni quando ha scritto sul Corriere della Sera che dare poteri legislativi esclusivi alle Regioni in materie chiave per i diritti delle persone spezza il patto nazionale che ci rende cittadini italiani.
È questo l'interesse nazionale? No. E vorrei dire a tutti ciò che ricordo a me stesso: che non si può ragionare solo in base alla sedia su cui si sta seduti. Pretendendo una devolution self-service in cui ciascuno fa il proprio menu di poteri. Non si può pensare di decidere per tutti e lasciare il "traffico urbano" ai sindaci.
Del resto deve essere chiaro che questo non è certo federalismo. Tutt'al più è l'obiettivo della Lega Nord: staccare qualche regione forte perché possa andarsene per la sua strada, affidare tutto il resto alle cure di uno Stato inteso come entità, minima, assistenziale, e magari condonista.
Spezzare il filo della solidarietà. Io rifiuto questa prospettiva. E vedo qui l'anello di congiunzione fra devolution e centralismo: ecco l'impasse nella quale il Paese è trascinato dalla lite condominiale della Casa delle liberta.
Regioni ed Autonomie locali, con le ovvie differenze politiche, non hanno potuto che evidenziare a più riprese questa impasse, in particolare incontrando i presidenti di Camera e Senato, sensibili alle nostre preoccupazioni comuni.
Ora che la lite esplode in Parlamento penso che ci siano due rischi da evitare. Il primo: affondare l'idea di una riforma dello Stato in senso federale. Il secondo: cercare colpe invece di soluzioni.
Io penso che la riforma serva perché il centralismo ha già clamorosamente fallito: per efficienza, capacità di rispondere, di interpretare l'esigenza di nuova competitività che si esprime anzitutto nei territori. Ha fallito perché spreca, non fa comunità ma comprime identità e vocazioni locali.
Poi penso che al nostro Paese servano soluzioni. Un nuovo equilibrio fra i diversi soggetti della Repubblica, a partire dal Titolo V della Costituzione che va migliorato e completato.
Certo, non va "completato" in senso egoistico (devolution). Né verso una nuovo centralismo delle Regioni. Cadremmo dalla padella alla brace: venti volte peggio dello statalismo.
Ma al contrario lavorando in primo luogo ad un vero Senato federale, che non è quell'obbrobrio uscito dalla baita di Lorenzago, e ad un serio ed efficace equilibrio tra le diverse istituzioni che compongono la Repubblica.
Per concludere: siamo vicini al pasticcio, è vero. Ha ragione chi lo denuncia. Ma star fermi non si può e serve una riforma vera, libera da ideologismi e da slogan invecchiati. Che non sia merce di scambio. Che dia futuro a questo Paese.
Il problema è che questo governo pensa ad altro. Serve solidarietà, cooperazione fra le istituzioni, fra Nord e Sud per creare occupazione e sviluppo di qualità? Si sollevano invece conflitti continui, che prescindono largamente dal Titolo V, anche con Regioni, Province e Comuni.
Il motivo? È che rappezzato il fallimento nei conti pubblici, si finge ora di non vedere quello ormai prossimo del federalismo possibile. A meno che non si cambi strada.

Presidente della Regione Emilia-Romagna


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL