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Unità: I tagli della Gelmini lasciano senza prof la scuola media del carcere di Firenze

Ventuno ragazzi L’insegnamento era garantito da una convenzione La denuncia Lastri (Pd): «Si infrange la speranza di un futuro migliore»

18/08/2010
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l'Unità

Maria Vittoria Giannotti

Per loro, quelle ore di lezione, sono importantissime. Ma dal prossimo settembre gli studenti dell’istituto penale minorile Meucci di Firenze potrebbero restare senza docenti di scuola media. Tutta colpa dei tagli del Governo. Professori in organico, al Meucci, non ce ne sono mai stati, a dire il vero. Ma finora l’insegnamento è stato garantito grazie a una convenzione con un centro territoriale in provincia di Firenze, uno dei più colpiti dalle pesanti sforbiciate del ministro Gelmini. Il che significa che adesso quei professori a ore - e le loro lezioni tanto preziose per chi si trova recluso dentro quelle mura - potrebbero svanire nel nulla. Ancora non esiste una circolare ufficiale. Mala questione, tra gli addetti ai lavori, è già circolata. Tanto che nei prossimi giorni è prevista una riunione per fare il punto della situazione e studiare eventuali provvedimenti.
LA DENUNCIA A denunciare il problema è la consigliera regionale del Pd Daniela Lastri che, nei giorni scorsi, ha effettuato un sopralluogo all’interno della struttura. «Nell’istituto non esistono problemi di sovraffollamento - spiega Lastri - ma quello della formazione è un punto dolente che merita di essere affrontato al più presto. Almomento non esistono progetti che garantiscono ai ragazzi la possibilità di un effettivo reinserimento nella società una volta usciti. E ora, con questo disservizio, rischia addirittura di essere messo in discussione un diritto fondamentale». Gli ospiti dell’istituto penitenziario minorile fiorentino nonsono molti. Ventuno ragazzi: più della metà di loro sono stranieri. In tanti arrivano dalla Lombardia e dal Meridione dove gli istituti carcerari sono più affollati. «Alcuni di loro, soprattutto gli stranieri, hanno problemi di alfabetizzazione - spiega Lastri - nel senso che necessitano di approfondire la conoscenza della lingua italiana. Togliere loro questa opportunità significa aggiungere un ulteriore elemento di marginalità che rischia di pregiudicare la loro possibilità di riabilitarsi, una volta fuori ». «Anche nell’istruzione e nella formazione - tuona la consigliera - questo Governo si accanisce sui i più deboli. Si continua a colpire in modo indiscriminato lo sviluppo e le prospettive dei giovani. Togliere gli insegnanti al Meucci significa non dare alcuna prospettiva di miglioramento non solo alla scuola, ma anche a chi, di istruzione, ha un bisogno fondamentale». A spiegare cosa significa, per quei ragazzi, perdere i loro professori è Alessandro Rapezzi, segretario provinciale della Flc-Cgil. «Più volte - ricorda - i docenti che hanno effettuato lezioni all’interno dell’istituto mi hanno raccontato di quanto sia importante per loro poter continuare a seguire un percorso formativo anche all’interno del carcere. Finora, una volta usciti, potevano continuare a seguire la stessa scuola attraverso le serali. E quasi tutti non si facevano sfuggire questa opportunità, che rappresentava un livello soft di reinserimento. Interrompere questo percorso significa molto dal punto vi sta sociale e culturale».


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