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Unità/Firenze: Tagli. Dieci Comuni ai genitori: Protestate con noi

Asili, insegnanti di sostegno, tempo pieno: nel fiorentino il governo esclude centinaia di bimbi E la Regione punta all’autonomia scolastica

16/05/2010
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l'Unità

Tommaso Galgani
Igenitori si preparino a cambiare l’organizzazione del proprio lavoro e del proprio tempo libero. O, se sono ricchi, a pagare baby sitter o insegnanti privati, oppure a iscrivere i loro piccoli in scuole private. Perché da settembre i propri bambini, se va bene, potranno stare a scuola solo la mattina. Sono infatti in arrivo dal governo tagli pesanti agli asili nido, alle scuole materne, all’insegnamento di sostegno e al tempo pieno negli istituti elementari. Li denunciano, dopo aver visionato le tabelle degli organici del personale scolastico 2010-2011 preparate dal ministero dell’istruzione, i dieci assessori alla scuola dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val d’Elsa, Figline Valdarno, Greve in Chianti, Impruneta, Incisa Valdarno, Reggello, Rignano sull’Arno, SanCasciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa, riuniti aBagno a Ripoli dal sindaco Luciano Bartolini per la conferenza dei sindaci su istruzione, formazione e lavoro. «Protestate insieme a noi contro lo Stato latitante. Centinaia di nostri bambini rischiano di dover rimanere a casa», è l’allarme che lanciano in una lettera rivolta ai genitori e ai cittadini. «Le conseguenze cui andremo incontro il prossimo anno saranno gravissime. Le maggiori ripercussioni investiranno i bambini iscritti oggi ai nostri nidi ai quali verrà negata ingiustamente la possibilità di frequentare la scuola per l’infanzia a causa dell’insufficiente copertura in termini di personale scolastico», dicono i dieci assessori all’unisono. Nel caso di Tavarnelle e Barberino il rischio di perdere un’intera sezione della scuola per l’infanzia è più che realistico: l’anno scorso la classe al nido (una ventina di bambini) fu garantita solo grazie all’intervento economico della Regione. Quest’anno a Barberino e Tavarnelle si aspettavano che il governo avesse inserito questa classe nel percorso “statale”. Ma finora non se ne è saputo niente. E i problemi non finiscono qui. Arrivando alla questione di chi necessita di un servizio di sostegno. «Un altro effetto drammatico dei tagli è l’impossibilità per i ragazzi con problemi di essere supportati dal personale di sostegno. Per non parlare della riduzione delle ore de ltempo pieno», dicono i dieci assessori. Che chiedono ai genitori e ai cittadini di unirsi alla loro protesta: «Invitiamo i cittadini a sostenere le nostre proteste rivolgendole all’unico responsabile di questa criticità: lo Stato che continua ad abdicare ai propri doveri istituzionali ». Sulla situazione di Barberino e Tavarnelle interviene l’assessore alla scuola Marina Baretta: «Sta diventando un problema sociale, si rischia di alimentare le differenze tra i bambini che hanno i genitori più ricchi e gli altri. Noi abbiamo già parlato coi genitori, che sono molto preoccupati». Anche a Firenze città analogo allarme è stato lanciato dall’assessore alla scuola Rosa Maria Di Giorgi (qui 600 bambini restano fuori dal tempo pieno), che ha allertato l’assessore regionale all’istruzione Stella Targetti. Anche i dieci assessori del fiorentino la incontreranno a breve: lei sta monitorando la situazione in tutta la regione. Il suo obiettivo dichiarato è l’autonomia scolastica toscana, rendendo esecutivo il Titolo V della Costituzione con il passaggio dalla scuola della Repubblica alla scuola delle Regioni


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