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Unità/Firenze: Scuola toscana sulle barricate

Mentre il ministro Gelmini taglia i fondi all’istruzione pubblica, la Regione continua ad investire in servizi scolastici qualificati e aiuti all’integrazione degli studenti stranieri

05/09/2008
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l'Unità

di Silvia Casagrande

11.521 alunni in più tra i banchi delle scuole pubbliche toscane per un totale di 446.357 studenti. Alla vigilia dell'apertura del nuovo anno scolastico, l'assessore all'istruzione Gianfranco Simoncini, presentando i dati sulla situazione regionale, ha espresso forti critiche sulle scelte, «incomprensibili e sbagliate», compiute dal ministro dell'istruzione Gelmini: «È una riforma che risponde solo a logiche di risparmio». Grembiuli, voto in condotta, maestro unico e 24 ore settimanali alle elementari. «Un ritorno al passato - commenta Simoncini - che potrebbe instaurare forme di ingiustizia sociale: dalla chiusura delle scuole nei piccoli comuni fino alla fine del tempo pieno: chi potrà, farà ricorso a doposcuola, chi non potrà permetterselo si affiderà alla tv o alla strada». Nonostante ieri fosse stata pubblicata un'intervista in cui il ministro assicurava che il tempo pieno «non si tocca», Simoncini stenta a crederci. D'altra parte nella stessa intervista Gelmini si dice «aperta al confronto con l'opposizione e con tutti coloro che hanno soluzioni da offrire», parole sorprendenti da parte di chi pochi giorni fa ha fatto approvare, per la prima volta in Italia, una riforma del sistema scolastico via decreto, «sconfessando il ruolo del parlamento», dice l'assessore.

Si ingrossa intanto il fiume toscano delle critiche alla riforma: la consigliera regionale di Sinistra Democratica Bruna Giovannini, insieme ai gruppi della maggioranza (Pd, Pdci, Prc, Verdi, Ps), ha presentato ieri una mozione chiedendo alla Giunta regionale di manifestare la propria contrarietà alle misure stabilite dal decreto governativo che «comportano nei fatti l'abbandono del diritto universale all'istruzione». Il segretario generale della Flc Cgil Toscana Gianna Fracassi aveva già comunicato qualche giorno fa la contrarietà del sindacato allo «smantellamento della scuola primaria, che lede i diritti dei lavoratori e il diritto allo studio dei bambini».

Ai provvedimenti governativi che Simoncini reputa «fuori dalla realtà» e che vedono la scuola come un costo, la Regione risponde che l'istruzione pubblica è un investimento: proseguiranno dunque le collaborazioni con gli enti montani per garantire servizi qualificati anche nei centri minori, le ristrutturazioni di scuole e palestre, realizzate grazie al fondo per l'edilizia scolastica di 45 milioni stanziato nel 2007 e la lotta per la qualità nella scuola pubblica passerà anche dal rifiuto di proporre alle famiglie buoni per l'accesso agli istituti parificati, come è stato fatto in altre regioni. A partire dal 15 settembre, inoltre, nelle scuole toscane si insegnerà anche l'educazione alla convivenza democratica e alla tolleranza, finanziata con 5 milioni di euro. Un segnale a favore del dialogo interculturale in istituti che accolgono sempre più alunni stranieri: quest'anno saranno 45.243, vale a dire il 9,4% del totale, rispetto all’8,4% registrato nel 2007/08. Il numero più alto si registra proprio alla scuola primaria, con 16.864 bambini di cittadinanza non italiana.


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