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Unità/Firenze: Scuola, mancano le classi nelle superiori fiorentine

I dirigenti scolastici richiedono 100 prime classi per il prossimo anno, ma ne vengono concesse solo 45. La Cgil: «Situazione intollerabile»

08/04/2006
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l'Unità

di Sonia Renzini

SCUOLA 47 classi prime in più attivate nelle scuole superiori di Firenze per il prossimo anno scolastico a fron-
te di una richiesta da parte dei presidi degli istituti di almeno un centinaio.
Un primo bilancio della popolazione scolastica per il 2006-2007 fiorentina non lascia dubbi: gli studenti iscritti alle scuole superiori sono decisamente in aumento. Peccato che non si possa dire altrettanto dei docenti.
Il tetto dei posti per l’insegnamento imposto dal Ministero sia a livello nazionale che regionale rende praticamente impossibile il soddisfacimento delle richieste inoltrate dalle scuole. In altre parole significa che non verranno attivate altre classi prime al liceo Giotto Ulivi, agli istituti Tornabuoni, Vasari, Saffi, Enriques, Russel, Ferraris, al liceo artistico di Firenze e Virgilio di Empoli e all’istituto d’arte di Sesto Fiorentino. Con gravi ripercussioni sull’attività scolastica e sul numero degli alunni per classe. «È chiaro che la situazione sta diventando intollerabile - denuncia Mario Batistini della Cgl scuola di Firenze - molti ragazzi a questo punto o saranno costretti a cambiare scuola oppure a essere inseriti in classi accorpate e superaffollate».
A settembre nelle scuole secondarie della provincia di Firenze ci saranno 1305 alunni in più, con una media di alunni per classe che scivolerà da 22.8 a 27. «In alcune classi ci saranno addirittura 30 alunni - continua Batistini - in queste circostanze la situazione per alcuni istituti sarà particolarmente pesante e problematica. Non credo che in queste condizioni nessuno potrà fare polemica dire che ci sono troppi insegnanti per numero di alunni, mi sembra evidente il contrario». E infatti i posti assegnati ai docenti dal Csa sono assolutamente insufficienti a ricoprire le richieste dei presidi.
Il taglio delle classi operato dal Csa in base alle necessità ritenute più urgenti è stato di almeno la metà delle classi richieste, ciononostante il tetto dei posti per i docenti imposto dal Ministero sarà sfondato di almeno 22 posti arrivando da 2748 a 2770.
«È bene sottolineare - continua Batistini - che lo sfondamento dei posti previsti avviene nonostante il taglio delle classi richieste operato dal Csa. Il numero dei posti in esubero rispetto al tetto imposto dal ministero è già il frutto di un’importante scrematura e dunque già insufficiente». Per la Cgl scuola è un segnale sconfortante.
L’ennesimo, dopo anni di lotte che hanno visto una forte contrapposizione tra il mondo della scuola e la politica del governo. Tesa a privilegiare i tagli all’organico e i conti dello Stato invece di preoccuparsi di potenziare le risorse esistenti per un migliore funzionamento dell’attività didattica. «Per quanto ci risulta la situazione della scuola anche nella nostra provincia è sempre più sofferente - conclude Batistini - a farne maggiormente le spese è la scuola superiore. Così si crea un’impoverimento delle opportunità che è inammissibile».
A questo punto l’appello del sindacato è rivolto al Ministero: «Chiediamo un intervento forte per garantire le necessità segnalate dagli uffici scolastici regionali. Per garantire le esigenze delle scuole e il diritto allo studio dei ragazzi».
In soldoni si chiede l'innalzamento del tetto dei posti di insegnamento previsti. Finora l’appello è caduto nel vuoto.
In nome della scuola delle tre i e dell’efficienza tanto decantata dal ministro Moratti. Pace, se poi mancano gli insegnanti e le classi non ci sono.


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