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Unità/Firenze: «I tagli della Gelmini discriminano i prof giovani e motivati».

C’è preoccupazione negli istituti superiori toscani e scatta l’allarme per l’agibilità delle aule: troppi studenti in piccoli spazi

17/04/2010
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l'Unità

Silvia Casagrande
Più della metà delle cattedre che salteranno a settembre saranno delle superiori: su un totale di 1121 docenti in meno in Toscana, 654 saranno di licei, istituti tecnici e professionali. Anzi, soprattutto sui secondi. Nella fase due della riforma Gelmini-Tremonti, il risparmio sarà fatto a spese di tecnici e professionali. «Le prime - conferma il preside dell’Iti Da Vinci di Firenze Massimo Batoni - avranno a che fare con nuovi indirizzi che formalmente, ad oggi, ancora non esistono, mentre gli studenti tra la II e la V si vedranno ridurre le ore di lezione da 36 a 32 ai tecnici, da 36 a 34 ai professionali, pur rimanendo di fatto nel vecchio ordinamento. E sulle materie da tagliare per ora ci sono indiscrezioni ». Nessuna pubblicazione ufficiale, nessuna certezza sulle novità che ci saranno da qui a 5 mesi. Del riordino firmato Gelmini per ora l’unica cosa certa sono i tagli. Qualcosa di più si dovrebbe capire lunedì dopo la riunione tra sindacati, dirigenti e il direttore del provveditorato Cesare Angotti a cui spetta effettuare le ripartizioni dei tagli provincia per provincia, istituto per istituto. Per ora, una circolare ministeriale fa sapere che aumenterà il numero di alunni per classe. Il trucco è sempre lo stesso: «Si riducono le ore e si ingrossano le classi: lo scopo è pagare meno stipendi», spiega il dirigente del Piccolomini di Siena Raffaele Bonavitacola. Classi così numerose danneggiano la qualità dell’insegnamento e spesso violano i regolamenti. La preside Daniela Borghesi denuncia che al Pontormo di Empoli ci sono classi anche di 31 alunni in aule che dovrebbero contenerne 27. Bonavitacola invita gli enti locali, planimetrie alla mano, a bloccare le disposizioni del Ministero in nome della sicurezza degli alunni. I tagli significano meno ore tra i banchi: le materie che verranno sacrificate sono italiano, inglese, latino, storia e geografia. Queste ultime verranno accorpate in unico corso. Cosa che sta creando disagio nell’indicazione dei libri di testo. Ma anche tra i professori: «Chi insegnerà cosa? Quale classe di concorso sarà necessario per essere abilitati? » chiede Giovanni Parenti, docente di italiano e storia al liceo Fermi di Cecina (Li). Professori preoccupati si preparano a riscriversi all’Università per non venire esclusi. Ma potrebbe essere tutto inutile: «La riforma - conclude Bonavitacola - non punta a premiare la qualità, anzi. I tagli indiscriminati chiudono le porte in faccia ai giovani più motivati e aggiornati».


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