Unità/Emilia R. : Docenti con il contagocce. Errani chiama la Gelmini
Incontro dei sindacati con il dirigente Usr: all’Emilia-Romagna assegnati solo 91 insegnanti. Nelle materne potrebbero mancare i posti per 2000 bambini
Alice Loreti
La scuola sta diventando un centro di riduzione dei diritti ». È tanta l’amarezza dei sindacati all’uscita dall’incontro di ieri con il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Marcello Limina. Amarezza per una situazione che si complica di giorno in giorno, quando al suono della prossima campanella manca qualche manciata di settimane. Per garantire il servizio minimo nei nostri istituti, Limina e l’assessore regionale alla Scuola, Patrizio Bianchi, avevano richiesto al ministero 350 docenti in più (a fronte di un reale fabbisogno di 1200 unità) da suddividere tra elementari, medie e superiori e 218 solo per le materne, per aprire 81 sezioni a tempo pieno e completare gli orari in altri 56 istituti che adesso funzionano solo la mattina. Ieri la doccia fredda: il ministero concederà 91 docenti e nessuna maestra per le scuole dell’infanzia, lasciando a casa 2.000 bambini emiliano-romagnoli. «Questi 91 insegnanti - spiega Raffaella Morsia, segretario regionale Cgil Scuola - serviranno per sdoppiare le classi più numerose, con 40 alunni. Ma non saranno sufficienti a coprire tutte le classi, molte resteranno con più di 30 ragazzi. Mi chiedo come faremo con l’inserimento dei disabili e l’alfabetizzazione degli stranieri. La scuola rischia di diventare quella dell’esclusione ». A questo si aggiunge la situazione degli Ata, i collaboratori scolastici: ne servirebbero 650, ma da Roma non si sono mossi di un passo. Su questo, però, Limina si è impegnato a coprire con qualche posto in più le situazioni di emergenza. In ogni caso il quadro è nero. «Non è neanche una goccia nel mare - scuote la testa Morsia - la situazione è a dir poco inadeguata e insufficiente ». Negli anni passati di tagli ce ne sono stati, ma «non era mai successo di denunciare un dramma di queste dimensioni. Non abbiamo nessuna intenzione di soccombere al cumulo di bugie sotto il quale il ministero vuole seppellirci. Non staremo certo zitti». La Cgil lancia quindi un appello alle istituzioni: «Il sindacato non può fare tutto da solo. Oggi come non mai- conclude Morsia - dobbiamo chiamare in causa Comune, Provincia e Regione. Su di loro ricadrà l’effetto dei servizi educativi non garantiti». Da viale Aldo Moro la risposta non si fa attendere. «Novantuno docenti in più assegnati dal Ministero alle scuole dell'Emilia-Romagna, rispetto ai 350 richiesti, sono una risposta gravemente inadeguata rispetto ai livelli di qualità che riteniamo necessari per le scuole dell'Emilia-Romagna», commenta l’assessore Bianchi. «Avevamo sostenuto con forza - rileva - la richiesta di nuovi docenti, avanzata dall'Ufficio Scolastico, soglia minima per far fronte ad una situazione di organici già in forte sofferenza. È chiaro che il provvedimento assunto dal Ministero non è assolutamente adeguato a sostenere la qualità del nostro sistema-scuola». Per questo già oggi il Presidente della Regione, Vasco Errani, chiederà un incontro urgente al ministro Gelmini per affrontare nel merito il complesso dei problemi relativi agli organici dei docenti delle scuole della nostra regione.