Unità/Bologna: Università, il rettore non scalda gli animi

Contro la riforma Gelmini, i ricercatori dell’Università di Bologna salgono sulle barricate. Più di due terzi di loro si è detto disposto a bloccare le lezioni a partire da settembre, se il disegno di legge del ministro verrà approvato dal Parlamento. Lo certifica l'assemblea di ieri in via Zamboni, alla quale hanno partecipato oltre 250 ricercatori in rappresentanza delle 20 facoltà dell'ateneo. «Abbiamo numeri sufficientemente alti per rendere efficace la protesta», spiega il rappresentante Daniele Bigi. Che però precisa: «Il blocco della didattica è un atto estremo di protesta, per tentare di cambiare le cose. Non c'è felicità rispetto a questa situazione, noiabbiamo a cuore la formazione pubblica». Sui 984 ricercatori che hanno risposto finora, 658 sono favorevoli al blocco (il 67%). La mobilitazione nazionale ha portato i ricercatori ad occupare simbolicamente il rettorato e a incontrare Ivano Dionigi, che ha promesso «il rinnovo per un annodi tutti i cococo in scadenza» e assicurato che il bando per i nuovi posti a tempo determinato previsti dalla Gelmini, sarà pubblicato «entro l'anno» e in modo da «non fare concorrenza» con altri. Ma l’applauso ricevuto dal rettore è stato tiepido:«Non siamo soddisfatti - dice Sandra Soster (Cgil) -. Le posizioni sono tutte degne di rispetto e conoscevamo quella della Crui, ma anni fa, per infinitamente meno,tutti i rettori si dimisero contro il ministro Moratti». Oggi invece «si parla di emendare il disegno di legge - chiude Soster con amarezza - è un segno dei tempi».v