FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3851673
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Unità/Bologna: Tempo pieno solo per chi potrà pagarlo»

Unità/Bologna: Tempo pieno solo per chi potrà pagarlo»

Mondo della scuola ed enti locali calcolano gli effetti del maestro unico: si passerà da 40 a 24 ore settimanali

06/09/2008
Decrease text size Increase text size
l'Unità

di Alice Loreti/ Bologna

«A PAGARE SARANNO famiglie ed enti locali». Nei prossimi tre anni, sulla scuola bolognese si abbatterà la scure della finanziaria. Sono 1500 gli esuberi annunciati, di cui 800 alle elementari. E se il ministro all'Istruzione, Mariastella Gelmini, afferma che con la

reintroduzione del maestro unico «il tempo pieno non verrà meno» e, anzi, chi lo afferma «fa cattiva informazione», basta far bene i conti per scoprire che le 40 ore rischiano davvero di scomparire. Per salvarle, genitori e Comuni dovranno mettere mano al portafoglio. A Bologna sono 1197 le classi a tempo pieno. Per far fronte ai tagli dei docenti, «hanno ridotto le ore alle medie e alle superiori - spiega il segretario Cgil, Sandra Soster -. I pensionamenti non saranno coperti e le supplenze annuali salteranno, lasciando a casa migliaia di precari. Un dramma sociale inaudito». In questo modo, si «sfronda» qualcosa, ma non basta. Con il maestro unico, che farà 24 ore, persino gli insegnanti di ruolo saranno in eccesso. «All'inizio vi saranno chiazze di tempo pieno - continua Soster - la forza lavoro in più sarà utilizzata per fare dei laboratori pomeridiani. Poi scomparirà». La prospettiva «è riprendere il dopo scuola con gli insegnanti comunali. Ma è un'ipotesi senza fondamento, i Comuni non hanno disponibilità finanziaria. Per non perdere le 40 ore, bisognerà dare in appalto le ore del pomeriggio a cooperative o agenzie, a spesa dei genitori». Insomma, se calano gli insegnanti e torna il maestro tuttologo, l'orario pieno alle elementari salterà. «Siamo curiosi di vedere come conciliare le affermazioni della Gelmini con l'orario di 24 ore - afferma l'assessore provinciale alla Scuola, Paolo Rebaudengo -. Dove non ci sono insegnanti, pagano gli enti locali. Oppure le scuole, con i soldi che derivano dall'autonomia, raccolti dalle famiglie. Questi tagli penalizzeranno soprattutto le persone con minori possibilità economiche». A pagare, saranno infatti i genitori che mandano i bambini a scuola anche di pomeriggio: le famiglie che necessitano di un doppio stipendio o gli immigrati. In un territorio come il nostro, «tutto questo peserà molto. Un conto è dove c'è una classe a tempo pieno ogni 20. Da noi le 40 ore non sono un'eccezione, ma la regola». La ripresa demografica registrata sotto le Due Torri (quest'anno saranno 3 mila gli alunni in più), non semplificherà le cose. «Sentiremo di più questi tagli - commenta l'assessore comunale alla Scuola, Milli Virgilio -. Dove c'è più welfare, la contrazione è maggiore». Con meno insegnanti, «aumenteranno le spese. Se una piccola scuola chiude, dobbiamo garantire il trasporto per permettere ai bambini di frequentarne un'altra. Se mancano docenti di sostegno o inglese, dovremo utilizzare educatori comunali - conclude l'assessore -. Andiamo verso un taglio radicale, che ha gravi ripercussioni culturali ed educative. La scuola non è più priorità dello Stato, ma degli enti locali e delle famiglie».


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL