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Unità/Bologna: Senza soldi per i supplenti, scolari a casa

nelle scuole indebitate che non possono pagare i supplenti: se manca il docente i ragazzi non verranno più distribuiti nelle classi ma mandati a casa

17/05/2007
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l'Unità

Decisione drastica di due elementari bolognesi indebitate per le sostituzioni dei docenti
Da settembre i ragazzi verranno affidati ai genitori. Domani giornata per la scuola pubblica

di Alice Loreti/ Bologna

Niente soldi per i supplenti? Le scuole di Bologna iniziano a prendere provvedimenti drastici: dal prossimo anno scolastico i bambini andranno a casa. L’ha già fatto, due mesi fa, la Direzione didattica 3. Qualche giorno fa genitori ed insegnanti dell’Istituto Comprensivo 16 (le elementari Zamboni e le medie Guido Reni) hanno proposto una delibera analoga che è stata approvata in due sedute distinte dal Collegio dei docenti e dal Consiglio di Istituto ed inviata a tutte le scuole di Bologna e provincia, all’Ufficio scolastico provinciale e regionale, al ministero e ai sindacati.
«Vista la gravissima situazione finanziaria che rende impossibile la nomina dei supplenti e il pagamento degli stessi - si legge nella delibera - chiediamo al ministero lo stanziamento dei fondi necessari, sulla base delle richieste dell’istituzione scolastica. Finché ciò non accadrà, potrebbe risultare indispensabile ricorrere alla temporanea riduzione dell’orario scolastico, previa comunicazione ai genitori».
Nel corso di quest’anno scolastico, «abbiamo ricevuto dal ministero un decimo dei soldi spesi - spiega l’insegnante Paola Zaganelli - nel 2005/2006 la spesa è stata di 140mila euro. Nel 2007, ne abbiamo ricevuti 13mila».
I supplenti «non hanno percepito lo stipendio da gennaio. Ora siamo riusciti a saldare, ma per farlo la dirigente scolastica è stata costretta a prendere tutti i soldi dalla cassa. Anche quelli che i genitori hanno versato volontariamente per pagare le fotocopie ed i laboratori». Prima di arrivare a questa decisione, «le abbiamo provate tutte».
In caso di assenze inferiori ai 5 giorni «i colleghi hanno coperto i buchi, con ore aggiuntive, eliminando le compresenze previste per i laboratori ed il sostegno - continua Zaganelli - oppure abbiamo distribuito i bambini in altre classi. Due giorni fa, in una classe vi erano 28 alunni. Questo contraddice la legge 626 sulla sicurezza».
La situazione è dunque inaccettabile e se i soldi non arriveranno, laddove possibile, alcune ore buche saranno coperte dal personale interno alla scuola. Per le altre, i bambini se ne torneranno a casa. In questo modo, «si evita la denuncia per interruzione di pubblico servizio» e «l’ingiunzione di pagamento da parte dei supplenti».
La scuola pubblica boccheggia e genitori ed insegnanti scenderanno nuovamente in piazza, domani, in occasione di due giorni di mobilitazione nazionale.
L’appuntamento è alle 17.30 in piazza Santo Stefano, con un presidio in bicicletta. In piazza, ci sarà la banda Roncati, i clown ed una performances teatrale e musicale dei bambini di prima elementare dell’Istituto Comprensivo 10. Nel frattempo, una delegazione si sposterà in via Gerusalemme, dove risiede Romano Prodi, per consegnargli le cartoline «vogliamo il tempo pieno», sottoscritte dai genitori e dagli insegnanti delle scuole bolognesi.
La mobilitazione, che terminerà con una biciclettata per le vie del centro fino a piazza Nettuno, «è rivolta a tutti - chiosa Marzia Mascagni, insegnante alle Longhena - per le elementari chiediamo una legge che tuteli il tempo pieno. Per tutti gli altri, le risorse necessarie per coprire i debiti e garantire la qualità della didattica».

RIDUZIONE D’ORARIO nelle scuole indebitate che non possono pagare i supplenti: se manca il docente i ragazzi non verranno più distribuiti nelle classi ma mandati a casa


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