Unità_Bologna-"Scuole materne, necessarie 300 assunzioni"
"Scuole materne, necessarie 300 assunzioni" Cgil, Cisl e Uil: non bastano i 40 insegnanti promessi dal ministero, intervengano i Comuni Andrea Bonzi BOLOGNA Gli enti locali prenda...
"Scuole materne, necessarie 300 assunzioni"
Cgil, Cisl e Uil: non bastano i 40 insegnanti promessi dal ministero, intervengano i Comuni
Andrea Bonzi
BOLOGNA Gli enti locali prendano in mano al più presto la questione delle scuole materne, che è molto più grave di quanto crede (o fa finta di credere) il ministero dell'Istruzione. È l'appello dei sindacati Cgil, Cisl e Uil dell'Emilia-Romagna, perché con i numeri non si scherza.
Sono "almeno 100", denunciano allora i tre sindacati, le sezioni a tempo pieno necessarie sul territorio regionale, a cui se ne sommano altre 63 a tempo parziale: per coprirle tutte ci vogliono 300 nuove assunzioni, tra insegnanti e personale ausiliario (cioè bidelli e segretari).
Cifre ben diverse dai 40 docenti "contrattati" dagli assessori degli enti locali con lo Stato in uno degli ultimi incontri a Roma. Di questi 40, sono 7 quelli che spetterebbero al capoluogo: e proprio a questo proposito, ieri l'assessore alla scuola di palazzo d'Accursio, Maria Virgilio, ha annunciato che tra oggi e domani potrebbero arrivare "buone notizie da Roma. Anche se - ha aggiunto - ormai finché non vedo questi insegnanti non ci credo".
Cgil, Cisl e Uil ricordano che anche la situazione delle lista d'attesa è drammatica: erano 2.500 le richieste degli emiliano-romagnoli per assicurare ai propri figli un posto alle scuole materne statali o comunali. Ora l'elenco si è ridotto a quei 500 "disperati" che non sono riusciti a trovare in questi mesi una risposta alternativa (scuole private o altro). "Ma se il ministro Moratti dice sempre di voler rispettare la libertà di scelta delle famiglie - attacca Claudio Cattini, segretario regionale della Cgil Scuola -, allora io voglio che sia consentito a questi genitori di optare per un servizio pubblico", senza essere costretti a ricorrere ad altri "escamotage"".
La proposta dei tre sindacati confederali (accanto a Cattini c'è il collega della Cisl Scuola, Lamberto Benini, e la posizione è condivisa anche dalla Uil) è relativamente semplice: gli enti locali devono investire almeno una quota dei soldi che ricevono dallo Stato per le sezioni comunali parificate (la stima è di 10 milioni all'anno) nella creazione di nuovi posti. "Ogni anno - spiega Cattini - Roma eroga più di 23 milioni per il sistema paritario. Escludendo le scuole private, rimangono almeno 10 milioni (circa 2 e mezzo per Bologna). Noi non sappiamo che fine facciano questi soldi, il sospetto è che magari vengano utilizzati per coprire le buche nelle strade". Nulla da obiettare, "ma bisogna indicare delle priorità". E, per i sindacati, in questo momento la priorità è quella di dare risposte a quanti sono rimasti fuori. Il problema è grave, perché ormai le richieste allo Stato sono fuori tempo massimo: "Chi può deve aprire nuove sezioni. E in questo momento possono farlo solo gli enti locali", insistono Cattini e Benini. Un'altra mossa è bloccare "il processo di trasformazione delle sezioni comunali in sezioni statali", almeno fino a quando non vengono azzerate le liste di attesa. A Bologna, ad esempio, la scorsa giunta passò allo Stato sette sezioni, e questo procedimento "finisce per sfalsare i dati". L'ultima richiesta dei sindacati agli enti locali emiliano-romagnoli è di non applicare la riforma Moratti, che anticipa l'ingresso dei piccoli agli istituti: "Se non si riesce a dare risposte ai bambini di tre anni - aggiungono Cattini e Benini - figuriamoci a quelli di due anni e mezzo".
Una prima risposta agli allarmi dei sindacati arriva dal Comune di Bologna, che sta mettendo a punto le strategie per fare fronte alle liste di attesa nei nidi (0-3 anni) e materne (3-6 anni). L'amministrazione sa che il problema si ripresenterà anche l'anno prossimo e dunque, negli indirizzi per i programmi dei Quartieri, indica alcune piste di lavoro. Per settembre 2005 saranno pronti i 138 posti convenzionati di due nidi, realizzati in project financing al Navile e al Savena. Nella scuola materna, invece, per azzerare le liste d'attesa si punta ad "aumentare le sezioni pubbliche, valutando l'attivazione di sezioni statali nel caso di completamento degli istituti comprensivi". L'anno prossimo sarà anche dedicato alla redazione del piano decennale per l'edilizia scolastica e alle azioni per "ottimizzare il sistema scolastico comunale, sperimentando nuovi modelli organizzativi (educatore domiciliare, micro-nidi, piccoli gruppi educativi, centri gioco, bambini-genitori) e nuovi servizi integrativi".
I Quartieri potranno stipulare direttamente convenzioni per i nidi e con altri servizi privati. Un altro obiettivo del documento è il mantenimento di un livello alto per l'integrazione di allievi disabili.