Unità/Bologna: Scuole, in arrivo nuove occupazioni Garagnani (Fi) minaccia ispezioni
La protesta si estende ad altri istituti. Edilizia: il 50% delle strutture non sono a norma con la prevenzione incendi
Alice LoretiBOLOGNA Si allarga a macchia d’olio la protesta delle scuole bolognesi. Dopo le XXI Aprile, anche altri istituti si dicono pronti ad occupare o a dar vita a proteste quotidiane. E a chiedere forme più evidenti di lotta, sono spesso mamme e papà. C'è chi pensa ad un’occupazione «soft»: dalle 16.30 a mezzanotte, poi tutti a casa. Tra i docenti c’è anche chi vorrebbe scioperare per un’intera settimana, coinvolgendo genitori e bambini. Tutto sarà deciso domani, durante la riunione dell’Assemblea delle scuole. Intanto, continua il braccio di ferro tra il deputato forzista, Fabio Garagnani e la scuola apripista della protesta, le XXI Aprile. All’inizio della settimana, Garagnani ha presentato un esposto in Procura contro l’occupazione dell’istituto, invocandone lo sgombero.
Ieri, il deputato ha rincarato la dose, promettendo ispezioni per i presidi scolastici «ribelli» e una campagna «di denunce esplicite» rivolta ai genitori, per colpire docenti e dirigenti che boicottano la riforma. L’iniziativa suona un po' come il motto di Mao Tse-Tung: colpirne uno, per educarne cento. «I genitori – afferma l’azzurro – dovrebbero avere il coraggio di denunciare questi casi all’autorità giudiziaria o scolastica. In ogni caso io sono disposto a raccogliere tutte le segnalazioni documentate che mi verranno fatte». Ma l’invito del deputato potrebbe cadere nel vuoto: mai come quest’anno, mamme e papà sono coinvolti nella battaglia contro il Ministro. A dimostrarlo, la risposta dei genitori delle XXI Aprile. «Perché non riusciranno ad intimidirci e a fermarci? – affermano in una nota - . Semplicemente perché la scuola è nostra sempre, ogni giorno. E il futuro dei nostri figli è nelle nostre mani. Noi lo difenderemo con tutte le capacità e possibilità che abbiamo». Insomma, «se lassù intendono riformare la scuola a suon di decreti di fine stagione nel nome del risparmio, l’intero futuro scolastico dei nostri figli è a rischio». Da Roma non arriva solo la riforma Gelmini; il Testo unico sulla sicurezza sta mettendo in crisi il mondo della scuola. «Il decreto copre adeguamenti fondamentali in materia di formazione, controllo e gestione dei dispositivi di sicurezza – afferma la preside dell’Agrario “Serpieri”, Lucia Cucciarelli – ma il Governo a questo orientamento non ha dato seguito con adeguate risorse finanziarie». Ogni studente «deve avere a propria disposizione in aula 2 metri quadrati di spazio – illustra Cucciarelli -. Per 25 ragazzi ci vogliono classi da 50 metri quadrati. Se il rapporto non viene rispettato, si rischia la denuncia». Se l’obiettivo della Gelmini è aumentare gli alunni per classe, senza investimenti sull’edilizia scolastica, il rischio è dunque la violazione sistematica delle norme sulla sicurezza. Norme che, peraltro, non sono rispettate in quasi il 50% degli istituti bolognesi. A lanciare l’allarme, il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Tolomeo Litterio, che conta 100 scuole non a norma per la prevenzione incendi. «Abbiamo in archivio 257 istituti – commenta Litterio – ma solo 29 sono state certificati con il piano prevenzione incendi. Altri 83 hanno presentato un progetto di prevenzione approvato da noi ed hanno tempo fino al 2009 per attuarlo; 100 sono attualmente fuori norma».