Unità/Bologna: Scuole Fortuzzi: «Otto legittimi e le pagelle non cambieranno»
Secondo la Cgil, «non c'è ragione al mondo per invalidare un giudizio motivato di docenti che svolgono la loro funzione pubblica – afferma il segretario, Sandra Soster
Le pagelle delle due classi con l’8 generalizzato non sono affatto una risposta «politica» alla riforma Gelmini ma un gesto responsabile e ponderato. Insegnanti e dirigente delle scuole Fortuzzi aspettano gli ispettori.«Se strappano le pagelle non le rifacciamo». In attesa della visita dell'ispettore ministeriale - fissata per la prossima settimana - i due maestri delle «Fortuzzi» che hanno deciso di mettere 8 in pagella a tutti i bimbi denunciano un «clima poliziesco». «Abbiamo assolto gli obblighi di valutazione che ci competono – spiega Francesca Gattullo – e non capiamo l'urgenza dell'ispezione da parte dell'Ufficio scolastico regionale. È una scelta forzata, un po' di polizia, che invade la sfera di autonomia didattica della scuola, oltre ad infrangere il nostro diritto pedagogico». Le pagelle «inquisite» sono state consegnate ieri in segreteria, dove attendono sotto chiave l'ispezione. «Il clima è teso – dice Francesco Tripodi – ma siamo a posto con la coscienza. Se l'ispettore dovesse chiederci di strapparle e rifarle, opporremo resistenza». Ad appoggiare i due insegnanti, colleghi, genitori e la preside delle «Fortuzzi», Daniela Turci. «Non esiste, come si vuol far credere, alcuna motivazione ideologica o politica che ha accompagnato tale processo di valutazione – commenta -. È frutto di una decisione responsabile e ponderata dei docenti, che hanno inteso significare il percorso didattico e formativo degli alunni motivandolo pedagogicamente in una bellissima lettera ai genitori».
La Cgil: «Giudizio conforme»
Secondo la Cgil, «non c'è ragione al mondo per invalidare un giudizio motivato di docenti che svolgono la loro funzione pubblica – afferma il segretario, Sandra Soster -. Se dovessero farlo, lo impugneremo e li porteremo in tribunale». Intanto, il caso del 10 per tutti alle Longhena manda nel caos la Provincia di Bologna.
Nel consiglio di ieri ci sono stati tre ordini del giorno, con tanto di spaccatura interna al Pd e richiesta di dimissioni avanzata dal centrodestra dell'assessore all'Istruzione, Paolo Rebaudengo.
A dividere la sinistra ed i democratici, la solidarietà agli insegnanti delle Longhena, espressa in un documento presentato da Sergio Spina (Prc) e firmato da Sd, Pdci, Verdi e i due Pd Gaetano Mattioli e Anna Pariani.
Un ordine del giorno di segno opposto a quello presentato dal capogruppo dei democratici a Palazzo Malvezzi, Gabriele Zaniboni, che «ribadisce le contrarietà alla riforma Gelmini» denunciando però «una forma di protesta sbagliata». Il Pdl si scaglia invece contro le affermazioni di Rebaudengo sulle Longhena («È naturale che il problema dei voti emerga e venga reso pubblico»). Dichiarazioni che il centrodestra ritiene «non confacenti al suo ruolo istituzionale».
ALICE LORETI
BOLOGNA
bologna@unita.it