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Unità/Bologna: Scuola senza insegnanti? Fate denuncia»

La Flc-Cgil suggerisce di intraprendere azioni legali contro il ministero. A Bologna mancano 144 cattedre

28/08/2008
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l'Unità

di Alice Loreti / Bologna

«DENUNCIATE I PRESIDI». I sindacati delle scuole bolognesi sono sul piede di guerra. E se il ministero non concederà le 144 cattedre mancanti, richieste dall'Ufficio scolastico provinciale (Usp), «invitiamo le famiglie ad intraprendere azioni legali, per garantire

agli studenti gli insegnamenti di cui hanno diritto». Le denunce, «arriveranno ai presidi che, a loro volta, le invieranno al ministero - spiega il segretario provinciale Flc-Cgil, Sandra Soster -. Sapevamo che la coperta sarebbe stata cortissima. Ma non ci aspettavamo una situazione di una gravità mai vista». L'organico di fatto - le supplenze annuali necessarie a coprire i buchi - è lo stesso del 2007, ma quest'anno, sui banchi, ci saranno 3000 alunni in più. «I conti non tornano - riprende Soster -. Lo scorso anno mancavano degli insegnanti, soprattutto per sostegno, corsi serali e inglese alle elementari. A fine ottobre il ministero diede 36 cattedre in più e le scuole hanno potuto funzionare. Quest'anno mancano i docenti per coprire gli insegnamenti curricolari». Ad esempio, «l'inglese e la seconda lingua nella scuola primaria, media e superiore, la scuola in carcere e negli ospedali».

Un capitolo a parte, sono le Aldini Valeriani che, con un accordo tra ministero e Comune, sono state statalizzate. «Lo Stato si assunse l'impegno di nominare 41 insegnanti, fuori dal contingente normale - afferma il segretario -. Invece così non è stato: quei docenti non ci sono e non c'è neanche l'autorizzazione dei posti». I buchi avranno conseguenze drammatiche sul tempo scuola. Gli istituti di ogni ordine e grado inizieranno a tempo ridotto, «una cosa che non si vedeva da 15 anni». Inoltre, «sarà reintrodotto il maestro unico alle elementari, un bel balzo indietro, dal punto di vista sociale e pedagogico». Con un solo maestro, infatti, a saltare non sarà solo il tempo pieno (40 ore), persino il modulo. «Saranno reintrodotte le 27 ore di scuola - dice Soster -. Un tempo a coprire il pomeriggio era l'insegnante comunale, ma i Comuni non possono più farcela».

La mannaia colpirà anche le medie, dove si passerà a 29 ore settimanali. «Da settembre, ci sarà una riduzione di 1 o 2 ore. Sulle 3 ore previste per la seconda lingua europea, se ne faranno 2. Stessa cosa per educazione tecnica. Saltano le cattedre, quindi anche posti di lavoro». Contro questa decisione, insorge il segretario Gilda, Giovanni Cadoni. «L'Usp di Bologna è l'unico in regione a privare i nostri alunni di insegnamenti previsti - accusa -. A risentirne saranno famiglie ed insegnanti, soprattutto i precari».

In un quadro ben poco confortante, si vanno ad aggiungere le nuove nomine agli uffici scolastici. All'Usp di Bologna è in arrivo Vincenzo Aiello - la presentazione ufficiale dovrebbe avvenire oggi - già dirigente dell'Usp di Reggio Emilia. «Come farà a gestire una situazione così complessa avendo due incarichi? - si chiede Soster -. È insostenibile». Negli uffici scolastici regionali, invece, 4 provveditori su 6 sono stati sostituiti dal ministero; Giancarlo Mori, dirigente di Modena è stato spostato a Ravenna. «È un'azione pilotata che non gioverà alla scuola - afferma l'assessore regionale alla Scuola, Paola Manzini -. Chiedo al ministro di riflettere su quanto avvenuto e su come intenda proseguire».


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