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Unità/Bologna: Scuola, niente tagli agli organici in regione, Bastico annuncia oltre 700 docenti in più

Attendono gli sviluppi i sindacati confederali che però temono per gli spezzoni di cattedra

02/08/2007
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l'Unità

di Alice Loreti/ Bologna

Dopo la bagarre dei giorni scorsi a suon di quote sugli organici, tagli e ripensamenti, tra sindacati, uffici scolastici provinciali e Ministero, torna la calma. La vice ministro alla Pubblica Istruzione Mariangela Bastico ha infatti sciolto ieri le riserve, comunicando i dati ufficiali dei docenti in arrivo nelle scuole emiliano romagnole. E, seppure inferiori alle necessità secondo i sindacati, le 702 cattedre assegnate salvano la regione.
Saranno 533 gli insegnanti in più rispetto all’organico di diritto (i posti assegnati direttamente dal ministero), di cui 171 in più rispetto all’organico di fatto dello scorso anno (il numero complessivo dei docenti tra quelli di ruolo ed i supplenti). Andando in ordine di grado, saranno 87 le nuove “dade” nella scuola dell’infanzia; 24 le maestre alle elementari, 139 per il tempo pieno, 107 rinforzi insegneranno inglese e 10 si dedicheranno all’educazione serale degli adulti (soprattutto stranieri). Nelle scuole medie ci saranno 40 nuovi professori (altri 14 per gli adulti), mentre alle superiori saranno 37 i docenti in più nelle aule e 33 nelle ore serali. Si scioglie anche il nodo, particolarmente sentito, del sostegno con un aumento di 169 unità, a fronte di un incremento di 318 alunni disabili.
Pare quindi passata la paura di non arrivare a completare le nomine delle supplenze annuali entro il suono della campanella e di non riuscire ad aprire le scuole entro settembre. «La direzione regionale ha presentato al Ministero una richiesta di circa 1130 insegnanti in più - commenta a caldo il dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Paolo Marcheselli - questi dati non soddisfano appieno quella richiesta ma mi rendono molto fiducioso. Ora bisogna suddividere le quote sulle province e vedere cosa succede». Attendono gli sviluppi i sindacati confederali che però temono per gli spezzoni di cattedra: ovvero quelle ore di lezione che fino ad oggi sono rimaste fuori dal conteggio dei posti per gli insegnanti e che invece il ministero del Tesoro sembra voler far rientrare nelle cattedre assegnate. «In questo modo - spiega Lamberto Benini, segretario Cisl Scuola - le frattaglie di ore peserebbero sugli organici di fatto e, a quel punto, sarebbe la fine. In Emilia Romagna mancherebbero 4 mila cattedre». Insomma «se il ministero del Tesoro non calcola gli spezzoni, il prossimo anno la scuola sarà in una situazione di sofferenza ma non di disperazione. In caso contrario, si presenterà un gravissimo problema». Attualmente «siamo a 10.300 nuovi alunni iscritti - continua Benini - se le cattedre saranno tagliate, le classi saranno accorpate e diventeranno troppo numerose. In questo modo, le norme sulla sicurezza non sarebbero rispettate. Se così fosse, siamo pronti ad andare a protestare davanti ad un magistrato».


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