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Unità/Bologna: Scuola: nessun taglio, solo cifre gonfiate»

Il viceministro Bastico: «Questa è l’unica regione in cui il numero di insegnanti assegnati è aumentato» «I dirigenti dell’Usr si sono mossi esulando dai loro compiti e dal rispetto dei vincoli finanziari»

11/08/2007
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l'Unità

Scuola: nessun taglio, solo cifre gonfiate»

di Adriana Comaschi / Bologna

Cifre gonfiate, e fatte circolare «in modo illegittimo» dai dirigenti dell’Ufficio scolastico regionale. Così secondo il viceministro dell’Istruzione Mariangela Bastico è nata la “leggenda” dei tagli agli organici dell’Emilia-Romagna. Nel mirino, anche se mai nominato, c’è innanzitutto il direttore dell’Usr Luigi Catalano, ex capo dell’ufficio comunicazione dell’allora ministro Moratti, che poi lo aveva nominato alla guida della scuola dell’Emilia-Romagna.
Bastico comunque smonta punto per punto gli allarmi dei sindacati e anche di alcuni presidi, partendo da un dato di fatto: la nostra «è l’unica regione in cui il numero di insegnanti assegnati è aumentato».
Viceministro, avevate detto “niente tagli”: allora come si spiegano questi allarmi?
In Emilia-Romagna è accaduto qualcosa di una gravità assoluta, che mi riempie di amarezza se non di sconcerto. Perché questa è l’unica, e sottolineo l’unica regione che quest’anno può vantare solo “più”: l’aumento dell’organico di fatto rispetto a quello di diritto, con ben 702 docenti in più; se poi confrontiamo l’organico di fatto di quest’anno con quello del 2006, vediamo che anche qui c’è una crescita di 340 insegnanti. Questo significa che abbiamo riconosciuto che sul territorio c’erano sofferenze pregresse, come ben ricordo dalla mia esperienza di assessore in viale Aldo Moro, e che si è tenuto conto dell’aumento del numero di alunni. Alunni peraltro aumentati anche in Lombardia e in Veneto, regioni che però non hanno avuti questi rinforzi.
Morale?
Se in passato avessimo avuto questi numeri dalla Moratti avremmo largamente festeggiato.
Invece la contestano. Come è possibile, se queste sono le cifre?
Succede che i dirigenti dell’Usr hanno raccolto delle esigenze dal territorio, ma mettendo insieme tutti i bisogni possibili, senza limiti: sono i 1250 insegnanti indicati come fabbisogno aggiuntivo. Poi però, esulando completamente dal rispetto dei vincoli finanziari e dei loro compiti amministrativi, li hanno “attribuiti” alle diverse province senza prima fare un confronto con le risorse disponibili. Insomma hanno trasformato dei desideri in numeri possibili. Da qui è scattato un meccanismo paradossale: ogni scostamento da quella cifra è stato letto come un taglio. Ma quello non era un dato reale.
Dati gonfiati?
Dico solo questo: stupisce che un dirigente della pubblica amministrazione non capisca che si deve rispondere al meglio ai bisogni, a partire da risorse date.
Così sembra che abbia ragione chi dice che ci sono stati tagli per mancanza di risorse....
Assolutamente no. I tagli della Finanziaria sono stati ridotti in seguito a una , da 19 mila a 11 mila posti a livello nazionale, ulteriormente ridotti a 9 mila. Tagli che comunque arrivano dopo i consistenti aumenti di organici (+ 16 mila) dello scorso anno. Ma ripeto: nessuno di questi posti è stato sottratto all’Emilia-Romagna, anzi.
Allora come si arriva ai 137 docenti assegnati a Bologna, invece dei 242 richiesti?
I 242 insegnanti sono un pezzo dei 1250 che costituivano il mondo dei desideri possibili.
Però anche i presidi lanciano allarmi precisi. A Ozzano c’è chi denuncia di dover far fare il doppio lavoro a una maestra, per insegnare sia italiano sia inglese...
Il preside che racconta questo con amarezza (Montanari, che dirige anche il comprensivo 7 di Imola ndr) dimostra di non conoscere la legge. La Finanziaria ha già detto chiaramente che chi ha una specializzazione in lingua straniera deve insegnare quella.
Si dice anche che per mancanza di docenti si dovrà rinunciare a un rientro pomeridiano. È possibile?
Questo non deve accadere. Abbiamo dato 139 insegnanti in più per il tempo pieno: esattamente quello che risultava come fabbisogno dalle noster verifiche.
I sindacati però accusano: è un tempo pieno “ridotto”, di sole 40 ore.
È vero che abbiamo tolto 4 ore di compresenza al pomeriggio, ma solo per le nuove sezioni a tempo pieno, mentre le abbiamo garantite su tutte le esistenti, anche assegnando 83 posti aggiuntivi per questo scopo. Vogliamo rispondere ai bisogni essenziali, abbiamo scelto di dare il tempo pieno ai bambini e alle famiglie che l’hanno richiesto, pur rinunciando alle 4 ore di compresenza. Le compresenze rimangono peraltro alla mattina.
Ricordo poi che abbiamo dato 87 insegnanti - anche qui, proprio quelli richiesti - per aprire tutte le sezioni di scuola dell’infanzia. Senza contare le 75 sezioni primavera che apriremo nei nidi di tutte le province.
Un altro allarme lanciato è quello su possibili accorpamenti di classi, soprattutto alle superiori. È fondato?
No, non ci saranno classi da 33 o 35 alunni. Non in base ai numeri che abbiamo, A settembre faremo un’ulteriore verifica: se dovesse capitare dovranno essere scorporate.
E sul sostegno?
Anche qui: a Bologna ci saranno 50 nuovi alunni certificati, quindi abbiamo assegnato 25 docenti in più. Se a settembre si iscriveranno altri ragazzi disabili, ci sarà l’aumento necessario. Non c’è nessun taglio sul sostegno, non c’è stato neppure a Piacenza e Reggio dove pure il numero di alunni disabili è calato.


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