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Unità/Bologna: Scuola in rosso. ""Così a settembre non si apre"

La denuncia di Soster (Cgil): «L’esposizione di 90 scuole su 119 è intorno ai 20 milioni di euro». In allarme presidi e sindacati che ieri hanno incontrato il prefetto

12/02/2010
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l'Unità

Chiara Affronte

In queste condizioni, la scuolaa settembre non apre». Nonusa mezzi termini Sandra Sosterdella Cgil che ieri insiemealla Cisl e ai colleghi del settoreservizi ha incontrato il prefettoAngelo Tranfaglia perché si facesseportavoce presso il Governo dellepreoccupazione di sindacati e dirigentiscolastici. Ieri, infatti, erano presenti anche loro, rappresentati,se pur non nella totalità, dalla dirigenteMaria Lusia Quintabà, presidentedi Asabo (l'associazione cheriunisce numerosi istituti di Bologna).Il credito con lo Stato I punti inquestione sono almeno tre, tutti legatidal filo rosso delle sempre piùesigue risorse - umane e finanziarie- destinate alle scuole. E i numeririsultati da un monitoraggio fattodal sindacato proprio ieri sonodrammatici.«L’esposizione finanziaria di 90scuole su 119, a dicembre 2009, è intornoai 20 milioni di euro», comunicaSoster. Tre in più rispetto ai 14 denunciatifino a due giorni fa dai circolidi istituto in una commissione inComune. Di fatto, lo Stato deve allescuole di Bologna questa cifra, «conuna media di 149 mila euro a istituto», precisa la sindacalista. E puntedi circa 500mila euro per l’artistico e380mila nel caso del liceo Righi.«In questo scenario sappiamo giàche calerà la programmazione finanziariaper il 2010: zero soldi per ilfunzionamento ordinario come nel2009, un’ulteriore diminuzione delbudget supplenze, e la riduzione del25% per gli appalti per le puliziechesi ventila potrebbero essere tagliatiulteriormente», spiega Soster. Questosignificherebbe «chiudere le scuole». Sul tema pulizie si è soffermatacon il prefetto anche la presidente diAsabo Quintabà: «Abbiamo avuto laproroga fino a giugno. In alcunescuole gli accordi con l’impresa di puliziesono stati raggiunti, ma il problemapiù grosso riguarda quegli istituticon più sedi e conun orario lungodi apertura», spiegala dirigente.Dalle pulizie al personale. «Adoggi siamo già a meno 117 collaboratori,altrettanti saranno tagliatiper il prossimo ’anno scolastico», riferisceancora Soster. Che commenta:«Di fatto lo Stato non mette incondizioni la scuola statale di assolveregli obblighi di legge, e quindi ildiritto per i ragazzi di avere le supplenze,dei lavoratori di essere pagati,e della scuola di rispettare i requisitidi igiene e vigilanza». Perquesto i sindacati si attiveranno neiluoghi competenti per denunciarel’asenza di supplenze e il mancatopagamento degli insegnanti. È unosfacelo, in una parola, quello che siscatenerà sulla scuola bolognesetra 5 mesi. Che ricadrà anche su chilavora nelle imprese di pulizie appaltatedalle scuole tagliate drasticamente.In questo scenario l’Ufficioscolastico regionale tiene, perSoster,un«atteggiamento minimizzante»: «In questi giorni di occupazioniquello che fanno i dirigentidell’Usr è ricondurre all’ordine studentie dirigenti, ricordando loroche affinché l’anno scolastico sia validosono necessari200giorni di frequenza:ma nessuno li sta facendo,perché lo Stato non dà alle scuole isoldi per le supplenze», tuona la sindacalista.Dura contro il Governo ancheFrancesca Puglisi, responsabilescuola della segreteria nazionaledel Pd e consigliera comunale a Bologna.«La scuola pubblica è al collassoe i dirigenti scolastici stannoraschiando il fondo del barile perpagare una supplenza,un po’ di materialedidattico, tenere aperti i laboratori», dice la democratica.. AnchePuglisi, come Soster, è convintache l’anno prossimo, in questecondizioni, sarà difficile aprire lescuole: «Le circolari ministerialiconsigliano alle scuole di“nascondere” i crediti a bilancio,ma farebbe meglio il ministro Gelminia confessare che il Governodella destra o condanna la scuolaitaliana al dissesto finanziario ochiede alle famiglie di accollarsi lespese per riaprire i battenti il prossimoanno». v


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