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Unità/Bologna: Scuola, il contropiede della Regione

La giunta orientata a ricorrere alla Corte costituzionale contro il decreto legge del ministro Gelmini

18/09/2008
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l'Unità

di Alice Loreti/ Bologna

UN RICORSO alla Corte Costituzionale contro il decreto Gelmini. L’idea arriva da Viale Aldo Moro, dopo l’incontro di ieri tra l’assessore regionale alla Scuola, Paola Manzini e gli assessori delle Province e dei Comuni emiliano-romagnoli. La prossima settima-

na, Manzini porterà in Giunta la proposta; se approvata, la Regione valuterà gli estremi del ricorso, per poi sottoporlo alla Corte Costituzionale. L’appiglio legale risiede nel Titolo V della Costituzione. Secondo quanto sancito dalla Costituzione italiana, infatti, le decisioni in materia di ordinamento e offerta formativa del sistema pubblico devono essere prese in accordo tra Stato e regioni. Ma, mai come in questo caso, la riforma del ministro è arrivata «a gamba tesa»; gli enti locali non sono stati interpellati, così come non vi è stato nessun incontro nelle scuole. Tutto è caduto dall’alto, insomma, lasciando Comuni e province della nostra regione a fare i conti con tagli pesantissimi e reintroduzione del maestro unico. «Gli assessori presenti - si legge nel documento uscito dall’incontro di ieri - esprimono una critica unanime al metodo con cui sono stati emanati tali provvedimenti, ossia lo strumento del decreto legge, che non ha consentito un approfondito confronto per rispondere alle vere esigenze educative degli studenti e del sistema scuola. A suo tempo, il superamento della figura del maestro unico venne accompagnato da un approfondito dibattito pubblico che coinvolse famiglie, mondo della scuola, pedagogisti. Oggi si procede con grande disinvoltura con un decreto, non fondato su analisi pedagogiche, ma dettato esclusivamente da ragioni economiche, che metterà fine all’esperienza del modulo e che comprometterà il tempo pieno ed il tempo prolungato». Se l’ipotesi del ricorso dovesse diventare realtà, la Regione ha dalla sua un punto forte.

Nel 2005, fu il Governo Berlusconi a fare ricorso, contro una legge proposta dall’allora assessore alla Scuola di Viale Aldo Moro, Mariangela Bastico. Secondo il Governo, quella legge avrebbe travalicato le competenze regionali, andando a legiferare su materie quali la scuola dell’infanzia, la formazione professionale e l’educazione degli adulti. La sentenza della Corte Costituzionale bocciò il ricorso, stabilendo che la legge Bastico rientrava nella piena attuazione del Titolo V. Questa volta la frittata è capovolta, ma le condizioni per una seconda vittoria parrebbero esserci. «Siamo pronti ad appoggiare l’orientamento della Regione - dice l’assessore provinciale alla Scuola, Paolo Rebaudengo -. Questo è un esempio di ingerenza dello Stato su materie che competono anche agli enti locali».

Soddisfatta anche la Cgil. «Sarebbe un passo molto importante - afferma il segretario, Sandra Soster - a cui parteciperebbe tutto il mondo della scuola. Speriamo vi siano gli estremi per procedere». Intanto, la maggioranza in Regione appare compatta. Ieri Prc; Verdi; Comunisti Italiani; Idv; Sd e socialisti hanno votato all’unanimità il documento presentato dal presidente del Gruppo Pd, Marco Monari, contro i tagli della Gelmini.


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