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Unità-Bologna-Scuola, gli anti-Moratti tornano in piazza

Scuola, gli anti-Moratti tornano in piazza Domani al Nettuno protestano le famiglie in difesa del tempo pieno e i ricercatori precari Samuele Lombardo Sotto le due torri torna in pi...

11/02/2005
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l'Unità

Scuola, gli anti-Moratti tornano in piazza

Domani al Nettuno protestano le famiglie in difesa del tempo pieno e i ricercatori precari

Samuele Lombardo

Sotto le due torri torna in piena attività il fronte degli anti-Moratti. Con una protesta al plurale: perché domani, alle 15,30 in piazza Nettuno, ci saranno insegnanti e genitori di elementari e medie, "prof." e alunni delle superiori, studenti universitari e ricercatori precari. Una "festa di protesta" in salsa carnevalesca nello stile del Coordinamento per il tempo pieno, ma allargata al mondo universitario. Un mondo in fibrillazione, anche per l'incerto destino dei ricercatori, figure destinate a scomparire nella riorganizzazione degli atenei a cui pensa la Moratti. E se i ricercatori scenderanno in piazza, il rettore Pier Ugo Calzolari ha difeso le loro ragioni nella riunione della Crui (la Conferenza dei rettori), ieri a Roma.
I ricercatori dunque si preparano a sfilare in nero, con una "bara" a simboleggiare la "morte della ricerca". In calendario c'è il blocco della didattica in ateneo, dal 21 al 26 (il 21 il Disegno di legge Moratti arriverà i Parlamento), con l'occupazione simbolica del rettorato il primo giorno. Oggi poi dal coordinamento dei ricercatori precari partirà una lettera aperta al rettore: in cui si chiede un'assemblea pubblica, in cui Calzolari spieghi qual è la sua posizione rispetto al documento della Crui sulla riforma, contestato dai ricercatori perché considerato troppo "morbido" e senza tutele per loro. Il coordinamento parla anche di "dimissioni di Calzolari dal Comitato di direzione della Crui, proprio per protestare contro il documento". Non è così, corregge più tardi lo stesso Magnifico. E questo perché, spiega, "il documento della Crui che loro contestano è stato rivisto, accogliendo le proteste del nostro e di altri atenei. Ora, dunque, si parla di un "nuovo ruolo in cui possono rientrare anche gli attuali ricercatori". In pratica, spiega il Magnifico, "si tratta di quel 3° ruolo che abbiamo sempre chiesto". Un risultato "che intanto va salutato come un successo", secondo il rettore che si dice "vicino a chi protesta". Il vero bersaglio dei ricercatori è comunque il Ddl Moratti: così lunedì 14 incontreranno le parlamentari bolognesi Giovanna Grignaffini (Ds) e Titti De Simone (Prc), per chiedere loro di ostacolarne l'iter in aule, per consegnare loro anche le 1500 firme "raccolte in un giorno" lo scorso novembre.
Ma domani protagoniste saranno anche le famiglie, con l'intero mondo della scuola. All'orizzonte, infatti, ci sono i nuovi tagli agli organici che questa volta potrebbero mettere veramente in ginocchio la scuola di qualità, a cui Bologna è abituata. Perché, spiega Gianluca Gabrielli del Coordinamento in difesa del tempo pieno, "l'anno scorso con una lunga mobilitazione siamo riusciti a mantenere almeno l'esistente: ma quest'anno gli insegnanti saranno ancora meno, si rischia di veder diminuire anche le attuali attività". Tra gli obiettivi immediati della protesta c'è anche il ritiro delle nuove pagelle, "che di fatto reintroducono il voto di condotta". Parecchie scuole primarie bolognesi hanno detto no alle nuove schede, e utilizzano ancora le vecchie: è così alle Giordani, alle Casaglia, nell'intero 8° circolo che comprende tre istituti. Domani, il Coordinamento contesterà anche le nuove valutazioni "Invalsi", "test nazionali con cui si vogliono giudicare i bambini dalla seconda elementare: un'assurdità". Gli anti-Moratti allora invitano gli insegnanti, su questo, a un'"obiezione di coscienza" nelle scuole: "Adottare i test sarebbe una catastrofe - spiega Gabrielli - significa che i maestri cominceranno presto ad insegnare attraverso quei test".


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