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Unità-Bologna-Scuola, Forza Italia minaccia liste nere per i "prof"

Il deputato bolognese Garagnani: "Sanzioni per chi boicotta la riforma". Protestano Ds, Rifondazione, Verdi Scuola, Forza Italia minaccia liste nere per i "prof" BOLOGNA "Sanzioni disciplina...

14/09/2004
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l'Unità

Il deputato bolognese Garagnani: "Sanzioni per chi boicotta la riforma". Protestano Ds, Rifondazione, Verdi

Scuola, Forza Italia minaccia liste nere per i "prof"

BOLOGNA "Sanzioni disciplinari", "provvedimenti coercitivi" per chi attua "l'inamissibile e pesante ostruzionismo e boicottaggio della riforma Moratti". In particolare "in Emilia-Romagna e a Bologna", luoghi caldi della contestazione da sorvegliare "per evitare che si considerino zone franche, dove nella scuola la sinistra può fare ciò che vuole".
Voilà, ecco l'inizio del nuovo anno scolastico secondo Fabio Garagnani, deputato azzurro già famosov per gli attacchi contro i "prof" comunisti, e per l'idea di un "telefono spia" con cui denunciare chi a scuola sembrava anche solo criticare il governo Berlusconi. Ieri l'ultimo l'exploit, che ha già provocato la reazione di Ds, Prc, Verdi. Mentre la deputata di Rifondazione Titti De Simone richiama l'attenzione su un'altra "intimidazione" nei confronti dei docentiDunque ad agitare l'avvio dell'anno scolastico, come se non bastassero le graduatorie da rifare e le mancate assegnazioni di docenti per le materne, arriva puntuale come un orologio l'ennesimo attacco di Garagnani al mondo della scuola. Con un'interpellanza al ministro Moratti, in cui chiede conto dei casi in cui la riforma è stata intralciata o stoppata. E in attesa di una risposta, l'instancabile forzista si offre di raccogliere "segnalazioni", da girare poi all'Ufficio scolastico regionale di Lucrezia Stellacci e ai Csa.
Insomma, vuole i "nomi" di scuole, docenti, presidi non abbastanza solerti nell'applicare i dettami del ministero, e ipotizza addirittura un reato: quello di "omissione di atti d'ufficio", per chi contribuisce a far fallire la riforma "per un atteggiamento politico preordinato". Vietato dunque avere anche solo un dubbio, sulla figura del tutor come sui programmi, vietato dire che alcuni aspetti della riforma sono impraticabili, magari anche per mancanza di fondi. Non mancano, come sempre nel caso del deputato azzurro, le note "di colore": l'ultima è che alcune scuole tenterebbero "di eliminare ogni riferimento alla cultura cristiana, in alcuni istituti dell'Emilia-Romagna Dante, Manzoni, la storia delle crociate non si studiano più". I bersagli, invece, sono sempre quelli: la Cgil, la sinistra, la Regione.
Ci provano i parlamentari, a mettere un po' d'ordine nel guazzabuglio di accuse e invettive lanciate dal forzista: "Non si tratta di ostruzionismo- nota Giovanna Grignaffini, capogruppo Ds in commissione cultura alla Camera- ma di esercitare appieno il diritto all'autonomia sancito dalla legge e dalla Costituzione". Garagnani, continua, "dovrebbe conoscere le leggi, e quindi anche quelle parti che sull'istituzione dei tutor parlano di autonomia e che definiscono l'organizzazione scolastica come un tema di competenza sia regionale che degli istituti". Mentre il verde Mauro Bulgarelli avverte: "Le uscite di Garagnani possono apparire folkloristiche, ma segnalano il perdurare di pulsioni autoritarie in questa maggioranza".
Non aiuta a calmare gli animi la polemica sollevata da una decina di lettere, inviate da Stellacci ad altrettanti presidi, con cui si condannavano le bocciature della riforma da parte di altrettanti collegi docenti. Una lettera che "mette in atto una pressione sul corpo insegnante e sui dirigenti scolastici che ritengo di estrema gravità e ai limiti della intimidazione", ha commentato ad esempio Titti De Simone, capogruppo di Rifondazione Comunista in commissione cultura della Camera. "Un richiamo all'ordine, alla disciplina e alla fedeltà - ha detto ancora De Simone - che rimanda a ben altre fasi storiche del nostro Paese. Sulla questione presentiamo una interpellanza urgente, chiedendo al ministro di revocare la nota e di aprire un reale confronto con il mondo della scuola e con i sindacati".
E nel dibattito sul "bene" della scuola entra, a sorpresa, anche la Curia bolognese: "Per molto tempo, per partire bene si è finito per non partire". Ma "il bene dei ragazzi e l'osservanza delle leggi dello Stato richiedono di partire", si legge nell'appello pubblicato domenica su "Avvenire-Bologna Sette" a nome di monsignor Fiorenzo Facchini, coordinatore della pastorale scolastica regionale: e se è vero che la nuova scuola "presenta qualche aspetto discutibile" e alcuni elementi "sono riformabili anche in prima applicazione", ora l'importante resta partire con la riforma. a.com.


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