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Unità/Bologna: «Scuola, anno drammatico per medie e superiori»

I sindacati lanciano l’allarme per i tagli di cattedre. Saranno più contenuti di quelli annunciati, spiegano, ma per medie e superiori sarà comunque un dramma «Tempo pieno, ci sarà l’effetto spezzatino»

09/08/2007
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l'Unità

I sindacati sui tagli delle cattedre. «Problemi anche alle elementari per tempo pieno e inglese»
Il coordinatore provinciale sdrammatizza: «Solo una piccola battuta d’arresto»

di Alice Loreti / Bologna

Escono con la sensazione che per la scuola di Bologna si stia profilando un «dramma». Le sigle sindacali non mandano giù l’assegnazione dei 137 posti in più per i docenti nelle scuole del bolognese, a fronte di una richiesta di 242. Il «peso» ricade soprattutto sulle spalle di medie e superiori, dove i tagli decisi dal ministero della pubblica istruzione si fanno sentire di più. A questo livello, i rinforzi si fermano infatti a 20 posti in più in totale, su entrambi gli ordini. Una prospettiva che la Cgil giudica «il vero dramma» della scuola bolognese. E appare piuttosto complicata anche la situazione per le elementari, dal tempo pieno alle lingue straniere. Buone notizie, invece, almeno in parte, per i posti di sostegno, il cui taglio avrebbe dovuto essere di 114 cattedre, ma è stato contenuto a 63 docenti in meno. I rinforzi per le scuole materne ammontano a 22 posti in più, mentre altri 22,5 vengono assegnati al tempo pieno nelle elementari («ma quello da 40 ore, non quello classico», sottolinea Bruno Guidi della Flc-Cgil); altri 29 insegnanti (la domanda era di 55) saranno destinati dalle seconde alle quinte classi della scuola primaria.

«PEGGIO DI COSÌ non poteva andare». Dopo l’incontro di ieri con l’Ufficio scolastico provinciale, i sindacati temono per il prossimo anno scolastico, che si prefigura drammatico. Dati alla mano, la prima cosa che colpisce è la discrepanza tra i posti richiesti
e quelli effettivamente assegnati. «Per il funzionamento delle nostre scuole, abbiamo chiesto 242 docenti- commenta Monica Campomoroni, Cgil- ce ne sono stati assegnati 137, quasi la metà». E non c’è ordine o grado che si salvi: dalla materna alle superiori, passando per il sostegno e le scuole serali per gli adulti, la mannaia del Ministero avrà ripercussioni negative su tutti. Alla materna, arriveranno 22 “dade”, che copriranno 11 nuove sezioni, ma nessuna andrà a “rinfoltire” le classi già esistenti. Nella scuola elementare, a fronte di una richiesta di 35 posti, saranno 22,5 le maestre da suddividere per le 41 classi prime a tempo pieno. In questo modo, 10 classi avranno il tempo pieno classico, con due insegnanti, 40 ore di lezione e 4 di compresenza. Le altre 31, saranno a regime di «spezzatino morattiano», il falso tempo pieno che prevede lo stesso monte ore (40), suddiviso in pacchetti da 12. Il che vuol dire che non ci saranno più due insegnanti, bensì una “fissa” e altre (due o tre) che “girano” da una classe all’altra. Ai presidi, toccherà individuare delle strategie e ritoccare l’organizzazione delle scuole, per permettere la turnazione dei docenti. Altre 29 maestre (la domanda era 55) saranno destinate dalle seconde alle quinte della scuola primaria. I piccoli alunni delle elementari, potrebbero vedersi sottratte le ore di lingua inglese: «Il fabbisogno era di 53 docenti, ce ne daranno 18,5». Le scuole dovranno quindi fare un monitoraggio interno per vedere se, tra insegnanti di ruolo e supplenti annuali, vi sia qualcuno specializzato nell’insegnamento della lingua straniera. In caso affermativo, l’insegnante aaggiungerà alle sue ore in classe quelle di inglese; in caso contrario «sarà un dramma». Se «qualcosina per l’infanzia e la primaria si è ottenuto, per le medie e le superiori i tagli sono gravissimi: solo 22 posti in più in totale». Insomma, «per salvaguardare la scuola di base, si è mandato al macello la secondaria di 1° e 2° grado». Tanto che le 6 classi a tempo prolungato delle scuole medie che sarebbero dovute partire a settembre, non vedranno la luce e «i genitori lo sanno solo a metà agosto». Cattive notizie anche sui corsi serali per gli adulti, spesso frequentati da stranieri: se la domanda era di 42 docenti per 31 classi, a settembre ne partiranno solo 13 e non a posti completi, ma a pacchetti di 22 ore a classe. Infine, il sostegno, i cui numeri preoccupano lo stesso Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale. «E un dato che faccio fatica a spiegare alle famiglie- chiosa Paolo Marcheselli- a Bologna il rapporto è già di un insegnante di sostegno ogni 2,08 studenti disabili, mentre in altre province della regione questo stesso rapporto è di 1,8». Sugli organici, Marcheselli non dispera, «siamo di fronte ad una piccola battuta di arresto ma, pur con meno risorse, la scuola di Bologna sarà in grado di offrire un livello di alta qualità». L’ottimismo del Dirigente non contagia i Confederali, secondo cui questa manovra equivale a «voler far andare una Ferrari a gasolio per risparmiare.


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