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Unità/Bologna: Ricorso al TAR, la Provincia sta con i no-Gelmini

È uno dei primi enti in Italia ad aggiungersi all’iniziativa di insegnanti, genitori e studenti..E la Regione valuta se rivolgersi alla Consulta. Il 19 luglio, verrà discusso anche l’analogo ricorso fatto dalla Cgil nazionale

14/07/2010
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l'Unità

Chiara Affronte

Anche la Provincia di Bologna ricorre al Tar del Lazio contro la riforma Gelmini. Sabato i comitati di genitori e docenti ricorrenti hanno lanciato un appello a Provincia e Regione perché sostenessero «ad adiuvandum » il ricorso di cui si discuterà in seconda udienza il 19 luglio. Ieri la giunta provinciale ha deliberato di intervenire nel procedimento in oggetto e così sarà presente con un proprio legale alla discussione del prossimo lunedì. Immediata la soddisfazione dei comitati ricorrenti che in una nota scrivono di aspettare «fiduciosi analoghe prese di posizione delle altre province e della nostra Regione». E, mentre il Pd cittadino, con la responsabile scuola Graziella Giorgi, fa sapere di «sostenere il ricorso al Tar del Lazio », ad auspicare un’analoga presa di posizione di viale Aldo Moroè anche capogruppo della Federazione della sinistra dell’assemblea legislativa Roberto Sconciaforni. Ma, nonostante il pressing, la Regione non fa retromarcia. A spiegarlo è l’assessore alla Scuola Patrizio Bianchi: «Quando i comitati si rivolsero ad Errani per chiedere un sostegno in questa loro posizione, il presidente disse che si trattava di un tema che doveva afferire alla conferenza delle Regioni, dove la questione è stata portata». Il 20aprile di quest’anno, infatti, è stata redatta una bozza di accordo relativa al trasferimento alle Regioni della «gestione funzionale della scuola», e quindi anche della programmazione. «Il 21 luglio avremo un altro incontro e se non dovesse essere mantenuto l’impegno valuteremo l’ipotesi di un ricorso alla Corte costituzionale», riferisce Bianchi. Il punto, insomma, per viale Aldo Moro è quello di inserire il tema della scuola all’interno della più generale questione del «federalismo sostanziale »: «Un conflitto duro in atto con il Governo al cui centro sta senz’altro il tema della scuola». Il 19 luglio, quindi, verrà discusso anche l’analogo ricorso fatto dalla Cgil nazionale. E si capirà se il Tar confermerà la sospensione di ogni provvedimento legato alla riforma o no. «Quest’anno è stato difficilissimo per la scuola - osserva la presidente della Provincia Beatrice Draghetti, è completamente mancata l’interlocuzione con gli enti locali, è stato impossibile conoscere i programmi». La presidente sottolinea il «valore simbolico » di questo atto: «Ci sentiamo di stare vicino ai ricorrenti perché siamo davvero alla frutta». A soffermarsi sul «metodo» utilizzato dal Ministero è l’assessore alla Scuola Giuseppe De Biasi: «Ci si è mossi per circolari e non con decreti attuativi». «Una forzatura - per Draghetti - che mostra l’intenzionalità di un disegno sulla scuola». Un aneddoto chiarisce la situazione: «Da anni realizziamo una pubblicazione per tutti i ragazzi di terza media che illustra l’offerta formativa delle scuole, della Provincia - riferisce Draghetti-: quest’anno non abbiamo potuto farla perché mancavano le informazioni».


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