Unità/Bologna: Ricorso al Tar e appello ai prof. Per tre scuole aperture a rischio
Parte la campagna contro il collaborazionismo che vede Cgil, Cisl, Snals Gilda e Cobas uniti. «No agli straordinari che tolgono lavoro ai precari»
Alice Loreti
Un ricorso al Tar e una campagna salva-precari e contro i tagli. In quello che si prefigura come l’anno più terribile per la scuola bolognese, colpita da tagli, assurdi spezzettamenti di cattedre e carenza di organici, i sindacati marciano unitari. Uno dei punti più contestati da Cgil, Cisl, Cobas, Snals e Gilda è «l’operazione Robin Hood». Ovvero vengono tolte cattedre nelle elementari con il tempo pieno storico, per coprire in altri istituti i posti di insegnamento della lingua inglese o il modulo (le scuole che hanno la mensa tre volte alla settimana e i rientri pomeridiani). È quello che è successo alle Longhena: le sezioni a tempo pieno sono 15,ma invece di avere 30 maestre, ce ne saranno 29. E se un docente in meno può sembrare poco, basti pensare che in questo modo saltano tutte le compresenze. Così un bambino invece di avere due docenti, ne avrà 4 o 5, alla faccia del maestro unico osannato dalla Gelmini. In totale, alle scuole con le 40 ore storiche sono state tolte 17.5 cattedre. Questo avviene quando nella nostra città 60 classi a tempo pieno richieste da mamme e papà non sono partite per via dei tagli, lasciando 1.500 famiglie senza risposta. Nell’organico di fatto, ci sono 3.227 cattedre su 1.191 classi, mentre dovrebbero esserci 3.382 posti dal momento che servono due maestre per classe. Le sigle sindacali bolognesi hanno quindi deciso di fare ricorso al Tar, impugnando l’illegittimità dell’organico: secondo la legge, infatti, il tempo pieno storico non può essere toccato. Altro problema, le cattedre spezzettate: alle superiori sono 425, sciolte in 7.666 ore, alle medie 154 smembrate in 2.758 ore. Le ore in eccedenza saranno attribuite ai docenti di ruolo (e non ai precari) come straordinario fisso mensile e pagate dal Tesoro. Da qui parte un’altra campagna dei sindacati diretta a docenti e presidi, a suon di iniziative di sensibilizzazione, manifesti appesi davanti alle scuole e dichiarazioni individuali di indisponibilità ad accettare ore in eccedenza, supplenze e gite. «Non vogliamo puntare il dito contro nessuno - chiarisce Sandra Soster, segretario Cgil Scuola - ma non si ruba il lavoro a chi non ce l’ha perché è stato buttato fuori né si può dar ragione ai tagli. Bisogna lottare con il massimo rigore possibile».