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Unità-Bologna-Non si governa la scuola con gli ispettori"

"Non si governa la scuola con gli ispettori" No dell'assessore Bastico alle "verifiche" sull'applicazione della riforma alle Fortuzzi e Longhena Segue dalla prima Anche se, in questo ...

01/05/2005
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l'Unità

"Non si governa la scuola con gli ispettori"

No dell'assessore Bastico alle "verifiche" sull'applicazione della riforma alle Fortuzzi e Longhena

Segue dalla prima

Anche se, in questo caso, provenienza e toni sono del tutto diversi. L'iniziativa è dell'Ufficio scolastico regionale di Lucrezia Stellacci, che ha negato si tratti di ispezioni "ad hoc". Nel "mirino" ci sarebbero stati ben 8 istituti bolognesi, in cui non sarebbe stata correttamente applicata la riforma: dall'adozione delle nuove schede di valutazione, che vedono il ritorno del voto in condotta, a quella dei nuovi libri di testo, dall'introduzione della figura del tutor a quella dei test "unici" di valutazione, gli "Invalsi". Novità in realtà contestate in massa dai collegi docenti. Sta di fatto che Fortuzzi e Longhena non avrebbero dato "spiegazioni sufficienti" in merito: da qui l'invio di ispettori. Anzi, ha aggiunto Stellacci, nei prossimi mesi l'indagine conoscitiva sul grado di applicazione della riforma Moratti verrà estesa a tutti gli istituti della provincia.
Una spiegazione che invece di chiudere il caso, in qualche modo ne annuncia un seguito. "La trovo una scelta preoccupante - commenta ad esempio l'assessore Bastico -. Le ispezioni generalizzate sono coerenti con un'idea centralista e burocratica della scuola, ma non con la Costituzione e con le autonomie scolastiche". Il fatto è, allora, che il "caso" Fortuzzi-Longhena "dimostra l'inapplicabilità di una riforma che anche come Regione abbiamo criticato, perché pensata dall'alto" e in netto contrasto con l'autonomia degli istituti. Bastico ricorda qui il ricorso alla Corte Costituzionale, presentato da viale Aldo Moro sui decreti della scuola di base, "estremamente prescrittivi, frutto di un'impostazione dirigistica e centralistica. Posso capire - aggiunge - che dalle scuole ciò venga percepito come talmente in contrasto con la propria autonomia, da risultare inapplicabile".
Stellacci, il giorno dopo lo scoppio del "caso" aveva ribadito: "È mio dovere far rispettare una legge", quella Moratti appunto. Replica l'assessore: "Ma questa legge è coerente con un ordinamento, previsto dalla Costituzione, che mette al centro la libertà di insegnamento dei docenti e l'autonomia delle scuole?". Ecco il punto vero: "Si dovrebbe vedere in modo diverso il rapporto tra ministero e scuole. È rarissimo, ad esempio, che il dicastero dell'Interno invii ispettori, poniamo, nei Comuni. Invece per l'Istruzione - riflette Bastico - prevale ancora una logica che vede nel ministero il vero governo della scuola, e nelle autonomie solo un'articolazione decentrata e subordinata. C'è ancora l'idea che la scuola si governa con le circolari, e che chi non le rispetta debba andare incontro a ispezioni e, eventualmente, a sanzioni". Eppure, ragiona l'assessore, "tutto quello che le nostre scuole hanno di buono e di eccellente in regione, e che le rende migliori delle leggi che le regolano, arriva "dal basso": dalla professionalità e volontà di docenti e degli istituti. È questo l'unico modo possibile di governare la scuola che c'è, ma anche di preparare quella che verrà. Non a caso - conclude Bastico - abbiamo impostato la nostra legge regionale sulla valorizzazione delle autonomie, e non su "gabbie"" fatte applicare tramite ispettori.
Anche la Cisl scuola segue l'evolversi della situazione. "Se ci saranno sanzioni a carico di docenti ci muoveremo per tutelarli - spiega Patrizia Prati - può essere che in effetti siano state ispezioni mirate, perché è vero che è dalle due scuole in questione che l'anno scorso è partito il "no" più forte alla riforma. Ma è paradossale, perché la situazione di Fortuzzi e Longhena è la stessa di tutti gli istituti bolognesi, dove la riforma non decolla. Ma questo dipende dal fatto che con l'autonomia le scuole possono decidere se adottare o no certi provvedimenti".
Adriana Comaschi


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