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Unità/Bologna: Nidi e materne Da fine mese supplenze impossibili

La Finanziaria 2008 ha posto infatti il limite massimo di tre mesi di durata ai contratti a tempo determinato

13/03/2008
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l'Unità

FINANZIARIA

BOLOGNA Ancora nessuna soluzione in vista per le supplenze in nidi e materne, mentre scatta il conto alla rovescia: a fine mese, tra venti giorni al massimo, andranno in scadenza la maggior parte delle centinaia di contratti a tempo determinato di dade e maestre. E quando diventerà di fatto impossibile garantire le sostituzioni, alle scuole non resterà che lasciare a casa i bambini.
La Finanziaria 2008 ha posto infatti il limite massimo di tre mesi di durata ai contratti a tempo determinato: questo per impedire che vengano reiterati all’infinito, alimentando il precariato.
Il rischio in nidi e scuole dell’infanzia è però quello di tagliare le supplenza lunga, per malattia o maternità: alle dipendenze del Comune di Bologna ci sono circa 600 lavoratori a tempo determinato, impiegati soprattutto nei servizi per la prima infanzia. L’allarme è stato rilanciato ieri con forza da Comune e Cgil, Cisl e Uil. Insieme hanno sottoscritto una lettera per il ministero dell’Istruzione e a quello delle Riforme: ricordano che in gioco c’è «la continuità di servizi essenziali per la prima infanzia», e quindi chiedono «l’esclusione del personale docente, educativo e collaboratore dalle nuove norme della Finanziaria sui contratti flessibili».
Quello in cui si spera è quasi un miracolo, anche solo per i tempi strettissimi in cui dovrebbe intervenire il ministero. Senza contare la lettera, che già il sindaco Cofferati aveva inviato al ministro Nicolais, rimasta finora senza risposta. I sindacati confederali da parte loro hanno cominciato ad abbozzare qualche contromisura, nel caso il governo non raccogliesse sollecitazioni che pure ormai arrivano da tutti i comuni, tramite l’Anci. L’idea allora potrebbe essere quella di tenere dade e maestre anche oltre ai 3 mesi, grazie all’uso di contratti stagionali. Un escamotage che permetterebbe alle supplenza di arrivare almeno alla fine dell’anno scolastico, ma che lascerebbe intatto il problema di fondo.
a.com.


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