Unità-Bologna-Materne, il "fai-da-te" dei genitori-La Cgil: la Moratti non fa nulla, i Comuni provvedano da soli
Materne, il "fai-da-te" dei genitori A Soliera e Anzola famiglie pronte a pagarsi gli insegnanti. La Cgil: la Moratti non fa nulla, i Comuni provvedano da soli Adriana Comaschi BOLOGNA ...
Materne, il "fai-da-te" dei genitori
A Soliera e Anzola famiglie pronte a pagarsi gli insegnanti. La Cgil: la Moratti non fa nulla, i Comuni provvedano da soli
Adriana Comaschi
BOLOGNA I Comuni si preparino a pagare di tasca propria gli insegnanti necessari ad aprire le sezioni di scuola dell'infanzia che, a quasi due mesi dall'inizio delle lezioni, ancora mancano in Emilia-Romagna. Questo il quadro dipinto dalla Cgil scuola regionale, che rilancia l'allarme ui bimbi lasciati a casa dalle materne, dopo la 'notizia', venerdì scorso, dei 46 docenti in arrivo dal ministero. Quadro a tinte fosche: intanto perché questa risposta "arriva ormai fuori tempo massimo", quando le famiglie si sono già organizzate per conto loro.
Come a Soliera, in provincia di Modena, dove decine di genitori hanno dato vita a un'associazione con cui provvedere al pagamento dei 4 insegnanti di materna che il ministero non ha concesso. E per chi ancora aspetta, si porrà il "dramma" della ripartizione "di risorse scarsissime tra bisogni tutti molto veri e molto sentiti", per usare le parole dell'assessore regionale all'istruzione Mariangela Bastico
L'emergenza materne è allora, di fatto, ancora tutta da sanare. Non è nemmeno detto che i 46 docenti ci siano veramente: tutto dipende dall'esito di un incontro, domani a Roma, tra sindacati e ministro Moratti per lo sblocco di 400 docenti a livello nazionale. E se anche venissero 'riconvertiti' a coprire situazioni di grave carenza di personale come quella dell'Emilia-Romagna, "la cifra di 46 docenti è frutto di una proposta del sottosegretario Valentina Aprea - specifica Bastico - fondata su numeri assolutamente inadeguati. Il fabbisogno di docenti per aprire nuove sezioni di materne in regione è di almeno 200 insegnanti". Ma ammesso che dal ministero arrivino questi docenti, "come si fa a far partire delle materne solo a metà novembre?", si chiede ancora Bastico.
In effetti, anche procedendo a tappe forzate nell'iter burocratico, l'assegnazione arriverebbe comunque a metà novembre. Come dire dopo due mesi, in cui le vite delle famiglie sono già state stravolte. Con il ricorso forzato al part-time per decine di mamme, per gli orari ridotti delle materne; o con l''autogestione' dei bisogni: genitori che pagano di tasca propria l'educatore che non c'è. E in questi casi, sottolinea Bastico, "si aprono interrogativi enormi: verranno considerati come una soluzione che quindi non richiede più l'intervento dello Stato?". Da parte sua la Cgil scuola regionale disegna un possibile quadro della ripartizione dei docenti 'in arrivo' dal ministero. Il segretario Claudio Cattini, che insieme ai colleghi di altre sigle sindacali avanzerà una proposta, parla chiaro. "Chiederemo a Stellacci che i 46 insegnanti vadano solo a quei Comuni, che sono disposti comunque a metterne altrettanti". Ovvero, un docente per ciascuno di quelli assegnati dallo Stato, "in modo da andare a sostenere un processo già avviato dagli enti locali". Un'ipotesi che vedrebbe i municipi sborsare 35 mila euro l'anno per un docente, e 20 mila per un collaboratore scolastico, altrettanto indispensabile per l'apertura di nuove sezioni. O qualcosa di più, nel caso ci siano anche sezioni part-time da completare. Una questione ancora non chiara, infatti, è a quali esigenze l'ufficio scolastico regionale cercherà di rispondere: "C'è il rischio - nota Cattini - che tutti e 46 i docenti vengano usati per l'apertura di nuove sezioni, trascurando quelle già esistenti a part-time da portare a tempo pieno, e viceversa". Un problema non da poco, visto che le sezioni da completare in Emilia-Romagna sono ben 63, per cui dunque servirebbero circa 130 docenti, che sommati ai 200 necessari alle nuove aperture fanno lievitare il fabbisogno fino a 300: rispetto a cui i 46 docenti 'in arrivo' appaiono veramente ben poca cosa.
La proposta della Cgil è dunque che anche per il completamento dei part-time si facciano avanti i Comuni, dando alle scuole i fondi necessari ad assumere un supplente, ovvero altri 25 mila euro l'anno. "È questo l'unico modo di affrontare il nodo della mancanza di posti alle materne - ragiona Cattini - che l'anno prossimo sarà già cresciuto in modo esponenziale, e che va ripensato su un arco ampio, di 10 anni". Insomma occorrono scelte nette da parte degli enti locali, "a cui chiediamo - conclude Cattini - di puntare sulla scuola come priorità, di bloccare le statalizzazioni e di aumentare il numero di sezioni, non solo statali ma anche comunali".
Ma sono molti gli enti locali che già vanno in questa direzione. Ad Anzola, alle porte di Bologna, una sezione di materna nuova di zecca aspetta invano uno dei 46 docenti promessi dal ministero. Con 38 bimbi in lista d'attesa, il Comune non ha esitato a prepararla, così come a mettere nel pieno investimenti dei prossimi mesi 200 mila euro per ristrutturare altre sezioni. Manca solo l'impegno del governo: intanto, i genitori interessati e il Comune si sono già detti disponibili a trovare una soluzione che sperano essere provvisoria, insieme.
Come dire, a pagare di tasca propria un educatore. "Non vogliamo sostituirci allo Stato - spiega il sindaco Loris Ropa - ma nemmeno possiamo lasciare dei bambini a casa".
Adriana Comaschi