unità-Bologna-Materne, gli enti locali non possono pagare
06 Novembre 2004 Comune e Provincia contro l'ipotesi di assumere nuovi docenti come condizione per avere diritto ai 46 insegnanti in arrivo dal ministero "Materne, gli enti locali non possono ...
06 Novembre 2004
Comune e Provincia contro l'ipotesi di assumere nuovi docenti come condizione per avere diritto ai 46 insegnanti in arrivo dal ministero
"Materne, gli enti locali non possono pagare"
Adriana Comaschi
I Comuni non ci stanno a farsi carico di altre spese per pagare gli insegnanti che mancano alle materne. Almeno a Bologna, dove l'assessore provinciale alla scuola Paolo Rebaudengo ha subito scritto alla Direzione regionale di Lucrezia Stellacci, all'indomani dell'arrivo di 46 docenti 'in più' per le scuole dell'infanzia dell'Emilia-Romagna.
In realtà, l'iter per distribuire personale assegnato dal ministero è ancora tutto da percorrere, e prevede proprio un incontro di Stellacci con l'Anci, l'associazione dei Comuni. Ma il capoluogo comincia a dire la sua, rispetto all'ipotesi di suddivisione che già è stata visionata dai sindacati, che parla di soli 12 docenti per l'intera provincia di Bologna. Rebaudengo plaude al "'piccolo risultato' dovuto alla caparbia mobilitazione di questi ultimi due mesi e al sostegno fornitoci dai nostri parlamentari". Ma subito avverte: "Siamo del tutto contrari all'utilizzo, per la distribuzione dei 46 docenti tra le Province, di un criterio che veda l'assegnazione di insegnanti solo ai Comuni che garantiscano, per ogni docente attribuito, l'impegno a farsi carico dei costi di un altro". E il perché è evidente: "Costituirebbe una vera beffa per i Comuni che hanno già investito molte risorse per le strutture scolastiche. E che proprio per questo ora non avrebbero i fondi necessari".
Una proposta che comunque sia Rebaudengo, sia l'assessore comunale Milli Virgilio attribuiscono ai sindacati, e a un'"incomprensione di fondo". Casomai, Rebaudengo ritiene "utile" che l'Ufficio della Stellacci "sottoscrive un impegno che garantisca quei Comuni circa il subentro dello Stato, a partire dal prossimo anno scolastico, in quei costi". Mentre è contestata apertamente l'ipotesi di soli 12 docenti per Bologna. "Una proposta che non tiene conto della sproporzione esistente tra il fabbisogno di Bologna e quello del resto della regione", insiste Rebaudengo. Perché 25 delle 76 sezioni mancanti sono a Bologna, in pratica un terzo: dunque, ragiona l'assessore, anche i docenti in arrivo dovrebbero essere un terzo di 46, ovvero almeno 15. Addirittura 17, se si conta che nel Bolognese ci sono 17 dell 46 sezioni a part-time da completare.
Le precisazioni di Provincia e Comune sono arrivate al margine della presentazione di un Cd-rom interattivo per la promozione dell'"intercultura" nelle scuole del Bolognese. Un prodotto che raccoglie l'esperienza decennale di alcuni docenti in fatto di integrazione degli alunni stranieri, o di origine straniera. Con suggerimenti sull'accoglienza, un "pronto soccorso linguistico", un corso per imparare l'arabo e moduli in lingue diverse per le famiglie. E l'attenzione alla multiculturalità passa anche attraverso iniziative come quella delle Saffi, dove da settembre il direttore del Csa (ex provveditorato) Paolo Marcheselli ha autorizzato l'uso di aule da parte di famiglie islamiche. "Ho espresso parere favorevole alla concessione, a una comunità islamica, di spazi scolastici per attività educative - spiega Marcheselli - per mantenere viva l'identità culturale di origine, specie per i bimbi che sono nati nel nostro paese. Sempre comunque in momenti non coincidenti con l'attività scolastica istituzionale, e per le attività che non abbiano carattere di culto".