Unità.Bologna-Materne, centinaia di famiglie senza posto
Materne, centinaia di famiglie senza posto Amministratori e sindacati al governo: nel Bolognese mancano 78 insegnanti Giulia Gentile BOLOGNA "Piuttosto che niente è meglio quarantasei"...
Materne, centinaia di famiglie senza posto
Amministratori e sindacati al governo: nel Bolognese mancano 78 insegnanti
Giulia Gentile
BOLOGNA "Piuttosto che niente è meglio quarantasei". Quarantasei sono i nuovi maestri assegnati dal ministero alle scuole materne di tutta la regione, a fronte di una richiesta di 264 insegnanti. E dell'esigenza - per la sola provincia di Bologna - di 78 nuove assunzioni fra part time (18) e full time (60).
L'annuncio è arrivato ieri dalla parlamentare Ds Giovanna Grignaffini, poco prima dell'inizio dell'assemblea pubblica per le liste d'attesa a palazzo Malvezzi. "Ho parlato con il sottosegretario all'Istruzione Valentina Aprea proprio qualche minuto fa - rassicura Grignaffini - e anche se manca la firma formale dei sindacati questa è comunque una buona notizia".
Una buona notizia a metà, a giudicare dalle reazioni a dir poco perplesse delle autorità presenti all'assemblea in Provincia. "Piuttosto che niente è meglio 46 - esordisce il presidente della Provincia Beatrice Draghetti - ma di certo non c'è paragone fra ciò che ci è stato concesso e gli effettivi bisogni. Questo numero rappresenta quasi la metà del fabbisogno della sola provincia di Bologna: siamo da capo". E resta da verificare come l'ufficio scolastico regionale distribuirà questo misero numero su tutto il territorio emiliano-romagnolo.
Il sindaco di Bologna Sergio Cofferati si scaglia contro la generale politica di Roma per l'istruzione: mentre la scuola avrebbe bisogno di fiducia, "con questa politica si rinuncia alla competitività che deriva dalla formazione. La riforma Moratti è una riforma che non c'è, e non ho mai visto crescere il contenzioso sociale su una legge come in questo caso". Agendo in questo senso, il governo italiano "fa quasi sistematicamente l'opposto di ciò che l'Europa ci chiede".
L'assessore provinciale a Istruzione, Formazione e Lavoro Paolo Rebaudengo rincara la dose: "Esprimerò la mia felicità quando vedrò in faccia questi quarantasei insegnanti, visto che c'è da sciogliere ancora il vincolo della firma dei sindacati". In ogni caso, precisa Rebaudengo, "l'importanza dell'assemblea resta, dal momento che continueremo a protestare. Anche se questo è un buon inizio, vanno delineate le linee per il futuro".
Anche la Regione è più che cauta nell'esultare. "La notizia che arriva dal ministero non è per niente certa, visto che l'assegnazione è ancora soggetta a discussione sindacale", sottolinea l'assessore regionale alla Scuola Mariangela Bastico. Bastico dice basta "al ruolo di supplenza secca che ci è stato assegnato dal Governo per le sue inadempienze", anche considerato che "l'Emilia-Romagna investe il doppio della media nazionale per la formazione: 1700 euro per ogni ragazzo contro i 900 della media".
E per "comporre un fronte unitario" sulla questione scuola, al termine dell'assemblea aperta fra enti locali e organismi scolastici i Comuni emiliano-romagnoli, la Regione, la Provincia di Bologna e le organizzazioni sindacali hanno firmato un documento conclusivo in cui si sottolinea come "le risposte non sono ancora arrivate, e centinaia di famiglie continuano a bussare agli uffici comunali in attesa di un posto a scuola per i propri figli".
Per tutti i soggetti firmatari "diventa urgente che si promuova subito un tavolo permanente regionale per il sistema formativo" sul problema delle liste d'attesa nelle scuole materne, e per decidere collettivamente le linee d'azione futura. "A partire dall'analisi degli andamenti demografici, delle iscrizioni e della valutazione dell'offerta esistente", il tavolo dovrà instaurare un negoziato con il governo e promuovere "una più allargata mobilitazione".
Insomma, nonostante "la solidarietà e l'impegno dei parlamentari del centrosinistra" e "le continue rassicurazioni della direzione scolastica regionale", i problemi restano.