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Unità/Bologna: «Mancano i soldi, ore gratis in aula»

BILANCI in rosso per la scuola. E gli insegnanti spesso pagano di tasca propria

25/09/2007
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l'Unità

«Mancano i soldi, ore gratis in aula»

La protesta degli insegnanti. «L’anno scolastico è appena cominciato e siamo in ginocchio»
Dimezzati gli insegnanti di sostegno. Tempo pieno: in 22 classi non sono garantite le 40 ore

di Alice Loreti

«Ci stiamo giocando la scuola pubblica». Dopo presidi e sindacati, questa volta sono gli insegnanti a prendere parola, denunciando la difficile situazione degli istituti bolognesi. Tanto che «è appena iniziato il nuovo anno e siamo già in ginocchio». Punti critici, la mancanza di soldi, le ore di sostegno ed il tempo pieno.
«Siamo senza risorse- spiega Marzia Mascagni, portavoce dell'Assemblea delle scuole bolognesi- abbiamo serie difficoltà a chiamare i supplenti».
In settembre, sarebbe dovuta arrivare la terza tranche per coprire i conti già in rosso e dare un po’ di respiro, ma «ancora non si è vista».
Le scuole si ritrovano quindi con debiti tali da non permettere spese aggiuntive.
«Se una collega è assente- continua Mascagni- la copriamo con il personale interno. Facciamo molte ore in più, non pagate». Altro tasto dolente, il sostegno, soprattutto alle elementari.
Alle Longhena, in via Casaglia, 6 sono gli alunni certificati, seguiti da una sola docente. L’anno scorso, le insegnanti di sostegno erano due. Alle Romagnoli, nel quartiere Pilastro, hanno eliminato una cattedra, pari a 22 ore, su 14 bambini disabili.
«Ci siamo rimboccati le maniche- commenta un’insegnante di sostegno dell’istituto- per fare in modo che nessun alunno ne risenta». Se le ore sono diminuite e manca il personale, ogni insegnante segue più bambini certificati, in più classi.
E data l’alta percentuale di stranieri alle Romagnoli (quasi il 40%), «dividiamo la classe in due gruppi. Uno lo segue una maestra, l’altro, quella di sostegno, che si occupa del disabile e aiuta i bimbi che hanno difficoltà a leggere e scrivere in italiano».
Se i tagli creano difficoltà, «sono i docenti a prendere in mano la situazione e a risolvere le problematiche».
Ultimo nodo da sciogliere, il tempo pieno. Sono 22 le classi di scuola primaria a cui non sono state garantite le 40 ore. «Le nuove sezioni - prosegue Mascagni - non hanno il tempo pieno tradizionale (due insegnanti e 4 ore di compresenza), bensì lo spezzatino morattiano, in cui una classe ha 7 o 8 maestre». Le insegnanti per riuscire a coprire queste sezioni, «rinunciano alle compresenze nelle altre classi. Così che, per garantire i nuovi tempi pieni, si smantellano quelli vecchi».
Sul piede di guerra, il comitato “Assemblea delle scuole bolognesi”, ha organizzato un incontro pubblico domani, alle 20.30 al Centro Civico Lame in via Marco Polo 53. E, per l’autunno, «organizzeremo una giornata di mobilitazione».


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