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Unità-Bologna-"Lo studio per i giovani ha un peso sempre più marginale"

Il sociologo Roberto Cartocci commenta il vandalismo: "La riorganizzazione ha reso la scuola non più centrale nella vita dei giovani" "Lo studio per i giovani ha un peso sempre più marginale"...

13/11/2004
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l'Unità

Il sociologo Roberto Cartocci commenta il vandalismo: "La riorganizzazione ha reso la scuola non più centrale nella vita dei giovani"

"Lo studio per i giovani ha un peso sempre più marginale"

Gigi Marcucci

BOLOGNA La punizione non fa paura perché è un'eventualità molto remota. La scuola è percepita come "ineluttabile evenienza", da superare senza pagare pegno. Ci sono riforme che toccano la superficie dei problemi lasciandone inalterata la sostanza. È questo panorama a fare da sfondo a gesti di vandalismo come quello verificatosi ieri al Fermi. Ne è convinto Roberto Cartocci, sociologo, autore, in collaborazione con l'istituto Cattaneo, di una ricerca dal titolo 'Diventare grandi in tempi di cinismo'.
Professore ci risiamo, un'altra scuola chiusa, sembra per evitare una verifica, come oggi chiamano i compiti in classe.
"Credo che il lessico non sia estraneo al problema".
Perché?
"Perché per la scuola c'è stata una riorganizzazione sostanzialmente sovrastrutturale. I compiti in classe si chiamano verifiche, poi c'è il credito formativo e via dicendo. La scuola è stata soggetta negli ultimi 20 anni a un processo di sostanziale emarginazione rispetto all'esistenza individuale. Ai miei tempi la scuola era assolutamente centrale nella vita di uno studente e c'era una precisa percezione che si faceva sul serio".
Ora non è più così e questo comporta che gli studenti danneggino le scuole fino a farle chiudere?
"No, comporta che c'è una patina di ipocrisia, un gioco linguistico con cui si dà l'idea che quelle della scuola siano cose serie. La scuola però, nell'esistenza dei giovani, ha un peso sempre più marginale, sia da un punto di vista oggettivo, che dal punto di vista soggettivo, che è quello che qui ci interessa. È sostanzialmente un'ineluttabile evenienza, per cui tutti sanno che devono andare a scuola, che si devono sciroppare questi anni senza pagare pegni particolari. C'è un'idea largamente diffusa per cui che uno vada bene o male a scuola le cose sostanzialmente non cambiano. Uno degli aspetti di questa ipocrisia è il cosiddetto '6 rosso', essere promossi con l'attestazione che non se ne aveva diritto"
Una volta si sarebbe parlato di voto politico.
"Esattamente. Il problema è che quando si parlava di voto politico in fumose assemblee scolastiche si faceva, per così dire, un esercizio di democrazia. Ora la promozione è diventato una sorta di diritto sindacale e come tale ha esplicato tutta la sua gravissima carica diseducativa"
Dunque la scuola non cambia, forse peggiora.
"Se avessimo serie misure di valutazione di quanto sanno gli studenti ci accorgeremmo che sanno pochissimo. E non potrebbe essere diversamente dal momento che i docenti, negli ultimi 30 anni, hanno perso radicalmente status e potere d'acquisto, non hanno avuto la possibilità di fare carriera".
Così lo studente si convince che, comunque vada, deve andare avanti, come per scatti di anzianità.
"Comunque vada, lui deve passare perché i suoi primi alleati sono i genitori".
La copertura da parte delle famiglie può essere visto come concausa degli atti di vandalismo?
"Parlare di causa sarebbe eccessivo, posso pensare al massimo alla partecipazione a un certo clima. Clima creato da una molteplicità di fattori, tra cui l'inevitabile perdita di motivazione da parte dei docenti, anche perché vengono dissuasi da presidi e genitori quando cercano di introdurre una punta di severità".
C'è stato un grande dibattito sull'opportunità di punire questi gesti.
"Secondo me le punizioni ci vogliono. Il problema è che la punizione in un ambiente del tutto dissonante è poco credibile".
L'alternativa qual è?
"È una punizione graduata, non per dare l'ergatolo a quelli che si sono fatti beccare, ma per rassicurare chi ha rispettato le regole. Esattamente come il condono è la rassicurazione per i furbi, così la punizione deve essere rassicurante per chi non ha trasgredito".


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