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Unità/Bologna: Limina (Usr): «Sarà un inizio sereno» Il Pd: «Tagli feroci»

Il direttore dell’Ufficio scolastico invia messaggi tranquillizzanti su precari, organici e fondi La Cgil: «Non smetteremo mai di fare denunce»

07/09/2010
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l'Unità

Pugno duro, fermezza e un appello: «Basta cantare il de profundis». A pochi giorni dal suono della campanella il direttore dell’Ufficio scolastico regionale (Usr), Marcello Limina, interviene sulle polemiche innescate da sindacati, precari, docenti e genitori. «È scoraggiante che si parli solo di disgrazie e problemi - afferma -. La scuola non va così male, anzi, vorremmo evidenziarne vivacità e ricchezza. Noi non siamo un ufficio cieco e sordo, seppellito dalle scartoffie, ma cerchiamo di investire». Limina parla per punti. A cominciare dai precari, la cui situazione «non ci pare così drammatica. Certamente riguarda numeri notevolissimi ma non si può pensare che la scuola possa assorbirli con la bacchetta magica». Poi l’organico: il ministero ha chiuso il rubinetto e non arriverà un docente in più. «Ora se abbiamo bisogno di più flessibilità - dice Limina – possiamo contare solo su risorse endogene alla scuola». E i fondi: sono arrivati 41 milioni dal ministero ma non copriranno il debito pregresso (circa 80 milioni di euro). Tirando le somme, Limina è certo che, nonostante tutto, «l’anno scolastico inizia con serenità». La prima reazione è di Francesca Puglisi, responsabile nazionale Scuola del Pd. «Saranno sicuramente poco serene le 2 mila famiglie che in Emilia-Romagna non hanno la scuola dell’infanzia - attacca - gli alunni che si troveranno in classi sovraffollate oltre i limiti di legge, i precari buttati in mezzo ad una strada, i genitori che hanno chiesto il tempo pieno e sono rimasti senza». Per non parlare della penuria di bidelli per pulizie e sorveglianza. I democratici avranno occasione di parlare dei problemi e dei progetti per i nostri istituti da oggi fino al 14 settembre al Parco Nord, per la prima Festa Nazionale della scuola organizzata dal Pd bolognese. Sul piede di guerra Raffaella Morsia, segretario regionale Cgil Scuola. «Mi sembra che Limina stia lavorando per mettere sotto il tappeto le macerie - è l’affondo del segretario -. Spesso la direzione regionale vuole dare l’impressione che tutto vada bene perché fa parte del mestiere. Ma invece di governare i bisogni del territorio, restituiscono alla Gelmini dei tagli orizzontali». La riforma del ministro è una ghigliottina. E le teste che cadono sono precarie. «Non possiamo dare opinioni, esistono i numeri - riprende Morsia -. E i numeri corrispondono a persone in carne ed ossa. Persone di 40 e più anni, che insegnano da 10, sono state espulse come ferri vecchi. E non riusciranno a trovare un’altra occupazione. Ci vuole forse un pò più di rispetto per loro». Per quanto riguarda l’appello a gettare acqua sugli allarmi lanciati, la Cgil è ferma: «Non potremo mai smettere di denunciare la scelta di smantellare la scuola pubblica e la sua qualità».


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