Unità-Bologna-Immigrati, la scuola è già multietnica
Immigrati, la scuola è già multietnica Rapporto Caritas: Emilia Romagna prima in Italia con 32mila alunni stranieri Chiara Vergano BOLOGNA Donne, soprattutto dall'Est Europa, come...
Immigrati, la scuola è già multietnica
Rapporto Caritas: Emilia Romagna prima in Italia con 32mila alunni stranieri
Chiara Vergano
BOLOGNA Donne, soprattutto dall'Est Europa, come assistenti familiari e colf. Uomini, in prevalenza dall'Africa, che lavorano nell'industria, la metalmeccanica in prima linea. E tantissimi bambini stranieri nelle scuole, più che in qualunque altra parte d'Italia. In Emilia-Romagna, l'ultima regolarizzazione ha portato oltre 53.000 nuovi permessi di soggiorno; sommando anche i minori, a fine 2003, la stima è di 263.414 stranieri regolarmente presenti su tutto il territorio, che vuol dire circa il 6,5 per cento dei residenti. Il Dossier statistico immigrazione 2004 Caritas Migrantes dice che in Emilia-Romagna, quarta regione per presenza di cittadini stranieri, oggi ci sono due anime. Una è legata proprio all'arrivo di moltissime donne dall'Est Europa, assunte come badanti e colf. Un "movimento" che ha contribuito a modificare, a livello di nazionalità, il profilo dell'Emilia-Romagna, dove il gruppo continentale più numeroso ora è quello europeo (43,80 per cento dei permessi di soggiorno in regione). A capo della "graduatoria" delle nazionalità c'è quella marocchina, seguita da Albania, Romania, Tunisia e Ucraina. Tra gli uomini, invece, continuano a prevalere le nazionalità africane, con presenze significative nelle province di Reggio Emilia, Modena e Bologna. Per numero complessivo di stranieri con permesso di soggiorno, al primo posto c'è la provincia di Bologna (48.635), seguita da Modena (38.638) e Reggio Emilia (80.838).
E sul fronte dell'occupazione? I dati dell'Inail dicono che, da Piacenza a Rimini, sono oltre 165.000 le persone - il 76,1 per cento dei permessi di soggiorno (a fronte del 73,4 per cento nazionale) - con un lavoro. Dagli adulti ai bambini: se l'Emilia-Romagna è la quarta regione in Italia per presenza di stranieri, è invece la prima per incidenza percentuale dei bambini nelle scuole, soprattutto elementari, dove si è passati dai 15.000 alunni stranieri dell'anno scolastico 1999-2000 ai 32.000 del 2003-2004. "La crescita dei bambini stranieri nelle scuole e delle assistenti familiari degli anziani - dice Gianluca Borghi, assessore regionale alle Politiche sociali -, dimostra come ormai il fenomeno migratorio si stabilizzi, andando oltre gli stereotipi che qualcuno cerca sempre di imporre". E i dati, a tutti gli effetti, parlano di stabilità, di un'immigrazione che ormai, in tutta la regione, si è consolidata.
"Ma per molti l'incubo non è finito: la legge Bossi-Fini concede il rinnovo del permesso di soggiorno a chi può dimostrare di avere un lavoro stabile. Ci sono persone che vengono qui al Centro e ci dicono: dobbiamo rinnovare il permesso, ma il nostro contratto di lavoro non è di un anno, è di tre mesi". Per Paola Vitiello, coordinatrice del Centro d'ascolto stranieri della Caritas di Bologna, "ci sono grossi ostacoli, e il rischio è che si torni indietro. Parliamo di persone che, dopo aver superato mille ostacoli, sono riuscite ad avere il permesso, e ora non riescono a mettere insieme queste due realtà: contratti di lavoro frammentari e spezzettati da un lato, e quanto richiede la normativa dall'altro". Per don Giovanni Nicolini, responsabile della Caritas diocesana, "i difetti della Bossi-Fini si sono resi subito evidenti, oltre che sotto il profilo culturale, anche nelle sue applicazioni. Ora è tempo di lavorare sulla cittadinanza: queste persone devono diventare a tutti gli effetti parte integrante della nostra società". Un cammino lungo, che dovrà fare i conti anche con resistenze dure a morire, con cui la Caritas si trova a fare spesso i conti: non manca chi si rivolge al Centro di ascolto stranieri un po' imbarazzato, dicendo di aver bisogno di una badante per la nonna, "ma, per favore, che non sia nera..."