Unità/Bologna: Genitori e maestre «occupano» la loro scuola
«Autogestione» in via XXI Aprile «La Gelmini ci fa tornare indietro»
di Alice Loreti/ Bologna
«SCUOLA OCCUPATA contro il maestro unico». Recita così lo striscione che, da ieri mattina, sventola in bella vista sui cancelli delle elementari XXI Aprile, in zona Saragozza. Fino alle 8.30 di domani (giorno in cui si terrà la grande manifestazione delle scuo-
le bolognesi), mamme, bimbi e maestre dormiranno nell’istituto. Nonostante la protesta, le lezioni saranno garantite: l’occupazione partirà alle 16.30 e finirà al suono della prima campanella del mattino, quando insegnanti e bambini torneranno in classe. «Dormiremo in palestra con sacchi a pelo e materassini - spiega la maestra Stefania Ghedini - e alle 22 tutti a letto, dopo la fiaba della buonanotte. Non ceneremo all’interno della scuola, per non sporcare. Abbiamo organizzato la protesta su due turni, pre e post cena. Nel pomeriggio gli adulti si divideranno in gruppi di lavoro per preparare la manifestazione, mentre una musicista della scuola farà animazione con i bambini». All’interno dell’istituto, sarà poi proiettato (alle 18 e alle 20.15) un documentario sul tempo pieno, «L’amore che non scordo». «Ospiteremo a parlare anche una delle maestre protagoniste, Chiara Nerozzi di Casalecchio ed i suoi alunni». A sollecitare gli insegnanti a fare qualcosa di più che un corteo, sono stati i genitori. «Abbiamo fatto diversi incontri a scuola - continua Ghedini - per spiegare alle famiglie il decreto Gelmini. Sono stati i genitori a dire che la manifestazione non bastava. Quindi abbiamo deciso di organizzare questa occupazione-assemblea permanente, sperando che abbia un effetto domino su tutte le scuole del Comune e della provincia». L’idea è quindi di allargare l’iniziativa a tutti gli istituti bolognesi: «Tra poco più di 30 giorni la riforma del ministro diventerà legge. Se siamo uniti, abbiamo tempo per bloccare tutto».
Per ora, l’occupazione delle XXI Aprile ha raccolto molti consensi. «Ci hanno chiamato genitori da altre scuole - afferma la maestra -. Ci sono troppe adesioni rispetto agli ambienti dell’istituto, che possono contenere al massimo 40 persone, tra adulti e bambini». Il preside, Stefano Mari (fino allo scorso anno dirigente alle Aldini Valeriani), ha inviato un’informativa al quartiere Saragozza; alla Procura e alla Questura; agli assessori alla Scuola di Comune, Provincia e Regione e ai dirigenti dell’Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale. «Tutto si sta svolgendo in maniera regolare - commenta Mari - non credo ci saranno problemi, sono tutte persone responsabili. L’occupazione, che tecnicamente sarebbe meglio definire autogestione, che comunque non è stata né richiesta né autorizzata, non interferirà con l’attività didattica». Chi invece non ha esitato a chiamare la Polizia e ad invocare lo sgombero è il deputato di Forza Italia, Fabio Garagnani. «Quanto sta accadendo - tuona l’azzurro - è emblematico del clima di terrorismo vero e proprio e della violazione delle elementari regole di convivenza democratica che caratterizza settori significativi della sinistra, presenti nelle scuole e nel sindacato». A rispondere è una mamma. «Gelmini ha imposto il suo decreto senza interpellare nessuno - dice Simona Blosi -. Si taglia sulla scuola non per ragioni pedagogiche o didattiche, ma per mere esigenze economiche. È inaccettabile».